
Progressive Rock
La Scena Italiana 2/9
Picchio dal Pozzo, Cervello, Garybaldi, Balletto di Bronzo, Quella vecchia Locanda.
Il gruppo “maggiore” che tratteremo nella nostra seconda monografia sul progressive rock italiano sono i Picchio dal Pozzo.
I liguri Picchio dal Pozzo possono essere certamente considerati tra i gruppi maggiori del prog italiano in quanto si sono differenziati moltissimo dai loro connazionali. Sono stati il gruppo che più di ogni altro ha ricalcato il sound canterburiano, seguendo in parte le orme di Robert Wyatt, dei Gong, degli Henry Cow. Il loro primo album può considerarsi una vera e propria pietra miliare del rock italiano, un disco che non ha simili in patria, tra i migliori in assoluto del rock canterburiano nato fuori Canterbury (Italia ed Europa).
Alle tastiere era presente Aldo De Scalzi, fratello minore di Vittorio dei New Trolls.
I napoletani Cervello si collocano nel filone più sperimentale del genere, quello meno praticato e forse meno amato in Italia. Anche qui è presente un fratello “d’arte”, Corrado Rustici, fratello di Danilo degli Osanna. Hanno pubblicato un solo album, “Melos“, nel 1973, per sciogliersi poco dopo, scoraggiati dal modesto successo di pubblico. Il gruppo ha tuttavia grandi meriti per aver rappresentato una delle espressioni più originali del progressive italiano minore. Le atmosfere mediterranee, le sonorità etniche già presenti negli Osanna, qui si fanno più dure ed ostiche, quasi inquietanti. I Cervello sono il gruppo italiano che più di tutti ricorda il sound dei Van Der Graaf Generator.
Bambi Fossati, chitarrista dei genovesi Garybaldi, potrebbe definirsi un vero e proprio Guitar Hero italiano. Il suo hard progressive, misto tra riff hard rock e composizioni sinfoniche (sopratutto nell’album Astrolabio) è molto interessante nella scena nazionale. Il primo album, Nuda, da ricordare per la splendida copertina di Guido Crepax, contiene una prima facciata di brani brevi ed una seconda con un’unica lunga suite, Moretto da Brescia. Hanno avuto un’intensa attività live, suonando di spalla agli Uriah Heep, ai Van der Graaf e persino Santana nelle loro date italiane.
I napoletani Balletto di Bronzo sono un gruppo importantissimo del prog italiano, hanno registrato due album, Sirio 2222 (1970) che potrebbe essere anche considerato il capostipite del genere, e YS del 1972, che rappresentano due dei migliori album italiani progressivi. Seppur il loro esordio non possa comunque considerarsi ancora maturo al 100%, la sua pubblicazione rappresenta una tappa evolutiva fondamentale della scena italiana. La cosa che mi colpisce più del gruppo è il suono duro della chitarra che in certi momenti ricorda i Black Sabbath, che esordivano proprio nello stesso anno.
I romani Quella Vecchia Locanda hanno proposto dal 72 al 74 un progressive molto melodico, con un uso diffuso di violino e flauto. Si sente chiaramente la preparazione classica di tutti i musicisti, in particolare il violinista Donald Lax e il pianista Massimo Roselli. I loro due album, il primo concept omonimo del 1972 e Il Tempio della Gioia del 1974 sono classici del prog italiano. Da segnalare le due splendide copertine. Tanti i brani belli, nessuno spicca in modo particolare sugli altri.
Tutte le monografie pubblicate sulla Scena Progressive Italiana:
Progressive Rock – La Scena Italiana Parte 1/9
Progressive Rock – La Scena Italiana Parte 2/9
Progressive Rock – La Scena Italiana Parte 3/9
Progressive Rock – La Scena Italiana Parte 4/9
Progressive Rock – La Scena Italiana Parte 5/9
Progressive Rock – La Scena Italiana Parte 6/9
Progressive Rock – La Scena Italiana Parte 7/9
Progressive Rock – La Scena Italiana Parte 8/9