
Le scuole dell’Avanguardia: il Minimalismo Americano in California
La versione californiana del minimalismo americano: La Monte Young, Terry Riley e il minimalismo mistico
La strada aperta dai precursori del minimalismo, John Cage e Morton Feldman, trova il suo primo discepolo in California. La Monte Young è il primo vero musicista minimalista della storia. Prima di scoprire la sua vera strada, durante i suoi studi giovanili, ha la fortuna di conoscere e suonare il sax con grandi musicisti jazz, Don Cherry e Eric Dolphy. Trova però la sua vera passione ascoltando John Cage. Portando all’estremo quelle intuizioni crea il minimalismo più estremo e autentico che sia mai esistito, ma proprio per questo quello di più difficile ascolto, di più ardua comprensione. Ha portato avanti le sue idee in modo tanto estremo e incorruttibile da essersi condannato all’emarginazione fino agli anni ottanta, epoca della sua rivalutazione. Anche per questo alcuni hanno definito il suo minimalismo mistico, paragonato la sua musica ad una religione e lui stesso ad un sacerdote. L’idea di un suono continuo, addirittura eterno, paragonato ad un essere vivente che cresce e si modifica con estrema lentezza, diventa per lui un ossessione. Come dice lui stesso non è interessato al bello, ma esclusivamente al nuovo, anche se questo può essere orribile. Dopo i primi lavori come For Brass (1957), For Guitar (1958) e Trio For Strings (1958), si trasferisce in Europa dove partecipa alle lezioni di Stockhausen (1959). L’esperienza europea per Young è entusiasmante, torna in America con idee ancora più radicali. Si unisce a Cage e registra i primi lavori che verranno chiamati minimalisti, Composition, una serie di brevi composizioni che oggi appaiono come un manifesto. La numero 2 è accompagnata dal rumore di un fuoco acceso di fronte al pubblico, la numero 5 dalla liberazione di uno stormo di farfalle, la numero 10 e la numero 7 sono quelle più tipicamente minimaliste. Quindi fonda, in una soffitta di New York, la Dream House, laboratorio d’avanguardia dove incontra i membri del Theatre of Eternal Music. Tra questi il violinista John Cale che farà poi parte dei Velvet Underground, Tony Conrad e Terry Riley. I prodotti di quegli anni sono The Tortoise, his Dreams and Journeys (1964) e Map of 49’s Dream the Two Systems of Eleven Sets of Galactic Intervals Ornamental Lightyears Tracery (1966). Oggi il suo lavoro più importante è ritenuto il monumentale The Well Tuned Piano, cinque ore suonate con un pianoforte la cui accordatura particolare richiedeva, da parte di Young, addirittura un mese. L’influenza di Young è enorme, ad esempio il bordone di viola del brano Heroin del primo album dei Velvet Underground è figlio diretto di quegli incontri, così come i primi Third Ear Band che suonavano dal vivo brani come Eternity in D, o ancora la musica ambient di Brian Eno e la musica cosmica tedesca, derivano in gran parte dalle esperienze della Dream House.
Terry Riley propone un minimalismo molto diverso da quello di Young. Se Young pensa al minimalismo come una musica suonata con mezzi minimi, Riley invece porta all’estremo il concetto di ripetizione. Il suo primo capolavoro è il famosissimo In C (In Do), un Do ribattuto su cui si articolano voci e strumenti. Si parte col piano che batte il Do, poi gli altri strumenti si sovrappongono o battendo il Do o con brevissimi frammenti di poche note. I musicisti sovrapponendosi uno dopo l’altro apportano ciascuno lievi variazioni. Queste variazioni, sommate al Do precedente che non smette mai di battere, creano una melodia inattesa, questa viene a sua volta ripetuta, fino alla formazione di una nuova melodia che viene ancora ripetuta da strumenti diversi e cosi via. La durata è variabile, in teoria potrebbe durare all’infinito, il risultato finale, nonostante sia un brano ripetuto, è totalmente diverso dall’inizio. In C è il primo brano di vero minimalismo ripetitivo, anche se sarà Steve Reich a New York a portare le ripetizioni a livelli ancora più estremi. E’ certamente una musica fredda e senza emozioni, ma i lavori successivi di Riley non lo saranno affatto. Comincia a interessarsi di musica indiana e crea i suoi capolavori mistici, forse i capolavori del minimalismo mistico californiano, i magnifici A Rainbow in Curved Air (1969) e Persian Surgery Dervishes (1972), due immensi monumenti elettronici che lo rendono famoso anche in ambito rock. A Rainbow in Curved Air è un brano gioioso che perde la freddezza di In C ma mantiene il concetto di ripetizione di pattern che cambiano lentamente. Persian Surgery Dervishes, registrato dal vivo, è più cupo ma forse più maturo. Con questi due album Riley crea un vero ponte tra avanguardia, rock e psichedelia, un minimalismo romantico vicino alla spiritualità orientale ma comprensibile a chiunque, non un freddo esperimento ma una musica che parla al cuore dell’ascoltatore.
Le monografie sul Minimalismo Americano:
1) I precursori; John Cage e Morton Feldman
2) Il Minimalismo californiano; La Monte Young e Terry Riley
3) Il Minimalismo newyorkese; Steve Reich e Philip Glass