
Autoanalisi (semi)seria di Claudio Milano sulla discografia di … Claudio Milano
Non so quanti siano i musicisti tanto ironici ma anche tanto coraggiosi da provare a giudicare la loro discografia in modo tanto onesto e trasparente. Claudio Milano si “traveste” per qualche ora da Scaruffi e ci invia questo interessante articolo contenente, tra l’altro, vari download gratuiti. Buona lettura! (VD)
“Dedico questo saggio ai miei compagni di viaggio musici, creativi d’ogni campo e tecnici e ai tanti, tantissimi, che hanno scritto della mia ricerca, rendendo possibile una sua dichiarazione di “esistenza e valenza” e soprattutto, permettendo a me stesso, di capirla meglio e con più umiltà. Senza dubbio, il tempo che loro mi hanno dedicato, le loro energie e la loro benevolenza, rimangono uno dei più grandi doni, che la vita mi abbia offerto”. Claudio Milano
Scan-ruffandomi
Claudio Milano
Rapida autopsia alla mia disco/videografia ufficiale, in forma di classifica (2004-2014)
Prologo
Un omaggio alla scrittura del Piero della critica musical-nazionale, come a ipotizzare che mentre Maga Magò, passi ad instillargli l’irrefrenabile desiderio di scrivere di me, io intanto, metto a soqquadro armadio e sinapsi, giocando a vestirne i panni, con adeguati chiari chiarerrimi e scuri nero pece. Presunzione? Coraggio? Ma va! Si fa per scherzo, ma dirò cose che penso davvero. Non so, in quanti esporrebbero in prima persona un giudizio senza mezze misure, sul proprio percorso, anche perché quando si pubblica qualcosa, lo si fa sempre con la convinzione di aver realizzato, almeno, qualcosa d’interessante. In media, si lascia siano gli altri a parlarne, nel bene, o nel male. L’idea me l’ha data, indirettamente, Antonello Cresti e l’ho accolta, come necessità autentica di fare, della situazione, il punto (e visto che c’ero, ho omesso, d’abitudine, qualche virgola, ma ho messo, un gran mucchio di parentesi). Scrivo questo saggio, in occasione del decennale delle mie pubblicazioni ufficiali, con l’adeguato amore, di chi si è posto sempre con urgenza di dire, ma anche non senza frustrazioni e con un filo di cinismo, tale da indurlo (si parla sempre di me…), a trovare il modo di guardare avanti senza auto-indulgenza e soprattutto con la consapevolezza, che il meglio, volente o nolente, deve ancora arrivare, se è mia intenzione continuare con le mie ricerche. Nessuno è obbligato a far dischi e l’abitudine all’incisione, è diventata un cancro della musica. Dunque, niente bulimia, come fioretto post quaresimale.
Intanto, eccomi, steso su un lettino e ben pronto ad una risonanza magnetica integrale, con mezzo di contrasto: VOI.
NichelOdeon: Bath Salts
(Lizard – 2013 – 2 CD + book)
Asciutto, poetico, crudele nei testi, meta-culturale… salvo qualche calo d’attenzione. Ha un grosso difetto/limite, data l’importanza che la parola possiede, nel progetto, come veicolo evocativo e contenutistico, è difficile coglierne il valore lontani dall’Italia, o senza avere un’adeguata formazione classica, tale da indurre ad avvicinarsi ad un “libretto”.
Disco di pregnanza culturale, anche extra-musicale. Avrebbe richiesto in qualche caso la presenza di un’orchestrazione vera e ben più ampia, per non far risultare noiose alcune lunghe partiture strumentali, affidate ad arpa, pietre sonore, elettronica e poco più, dal carattere folk non localizzabile e da uno spirito non dissimile da quello della musica sacra contemporanea. A tratti carente, dunque, la forma, pur nell’ottima produzione. La sostanza è sempre alta, senza alcuna caduta, ancora di più la necessità di dire e la modalità “carnale”, ma non estranea ad un humor che alterna il teatro di Brecht a cartoons trucemente noir (godibili alcuni coretti a la Danny Elfman), con cui viene esposta, che non ha particolari antecedenti. Un plauso, su tutti, a Raoul Moretti, Vincenzo Zitello e Pierangelo Pandiscia, ma anche a Paolo Carelli, Walter Calloni, Sebastiano De Gennaro, Michel Delville, Paolo Tofani, Laura Catrani, Giorgio Tiboni, Fabrizio Modonese Palumbo, Alessandro Parilli, Marco Confalonieri, Francesco Chiapperini, Massimo Falascone, Luca Pissavini e ai “percorsi interiori” di Effe Luciani. Splendide le foto di Andrea Corbellini.
Brani più rappresentativi: Surabaya Johnny; 7 Azioni (Musica per la Carne); Terra; L’Urlo Ritrovato, Secca in Festa…
Voto: 7.2
Stelle: 4 (abbondando)
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(Videoclip)
NichelOdeon/InSonar: Ukiyoe – Mondi Fluttuanti
(Snowdonia – 2014 + DVD film “Quickworks & Deadworks di Francesco Paolo Paladino)
Metalinguismo all’ennesima potenza di poesia e ambiguità. Un bel quadro, ma anche un bel rebus.
Album formalmente perfetto e corale (essenziale la partecipazione attiva dei sound designer Paolo Siconolfi e Mimmo Frioli), diventa solo un po’ stiracchiato, nella terza parte della delirante suite conclusiva, ma è davvero un peccato veniale. In qualche momento, si avverte la sensazione che il dischetto non sia completamente inserito nel tempo che gli appartiene, ma un istante dopo, appaiono contraltari a smentire tutto, cosa che rende il lavoro sfuggente al punto da divenire indecifrabile, cosa che può risultare, soggettivamente, intrigante, o assai fastidiosa (un brano come Veleno, da me particolarmente amato, per giunta introduttivo, allontanerebbe, e lo ha fatto, il più volenteroso dei critici musicali, senza l’abitudine all’ascolto della musica classica vocale, strettamente contemporanea). Il tutto, suona come un mosaico mistico e ieratico, che va a frantumarsi, rovinosamente, in un’Apocalisse vera, pur con qualche paradosso comico e surreale, nel mentre (l’astrattismo “dada” dei due pezzi conclusivi, con le voci da Babau, “biblicamente terrifiche” di I Pesci dei tuoi Fiumi e il recitativo esilarante di Vito Indolfo su MA-r-LE). Completamente a fuoco, ma in una dimensione dissociata. Un mondo a parte, anche nella semplicità di alcune soluzioni (il singolo Tutti i Liquidi di Davide). Grandi, Stefano Giannotti, Vittorio Nistri, Erica Scherl, Alessandro Seravalle, Eugenio Sanna, Josed Chirudli, Dalila Kayros, Fabio Zurlo, Stefano Luigi Mangia, Andrea Quattrini, Stefano Ferrian, Marco Tuppo, Francesco Chiapperini, Camillo Pace, Vanni Floreani, Ermes Ghirardini, Vincenzo Zitello e Vincenzo Vitti… Più d’impatto che bello, l’artwork, che rende meglio, all’interno del digipack.
Brani più rappresentativi: Marinaio; MA(r)LE; Fi(j)ùru d’Acqua…
Voto: 7
Stelle: 4 (abbondando)
Link:
(Videoclip)
Claudio Milano & KasjaNoova: Adython
(dEN – 2012)
Tra rito arcaico e anime fatte di circuiti, grondanti sangue e nervi, ma solo per figli della psicotropia.
Disco significante, inserito nel tempo che gli appartiene. La seconda suite, per quanto migliore (di poco) episodio del disco, avrebbe richiesto un mixing (anche se non ci si crede, è una presa diretta, senza overdubbing e alcun mastering) e non sempre mantiene alto il livello d’attenzione. Superlativo Alfonso Santimone, nella creazione in tempo reale, di spazialità, pari ad un universi paralleli, appresso alla voce, rispetto alla quale, qua e là, emerge qualche deja vu (sarà Bene? Artaud? La Galas? Patton? Minton? Stratos? La Krause di The World as it is Today? Linda Blair da vecchia, in necessità di un nuovo esorcismo?), boh… Questi giudizi emergono, quando poetica a parte, il timbro vocale di fondo (quello vero, senza troppo lavoro appresso), non riesce a ricavarsi uno spazio a sé, nell’anima di chi ascolta. Per chi canta è un dramma (e dunque, per me lo è), che può durare una vita intera. Per chi ascolta, in questo caso, nulla che non venga sostituito dalla sorpresa per abilità tecniche e gestione di registri multi-timbrici ed emotivi, qui, ben poco discutibili (sorry, ma essere onesti, non vuol dire necessariamente, prendersi a ceffoni, mentre si scambia un cilicio per una giarrettiera…). Apocalittico, riconoscibile tra mille, Faravelli, propulsivo e in stato di grazia percettiva/interattiva Ferrian, ultraterrene le liriche della sciamanica KasjaNoova. Complessivamente un equilibrio tra elettronica, teatro e nuova vocalità, senza particolari precedenti. Prefazione al disco, di Mr. Arrington De Dionyso, che ha preso parte attiva, sul palco, anche ad una data di presentazione del micro tour.
Brani più rappresentativi: Adython
Voto: 6.9
Stelle: 4 (abbondando)
Link:
Continua… Seconda Parte e Terza Parte