
2017 – Gli album consigliati
No Trump (pag. 1), Avant-rock (pag. 2), Progressive (pag. 3), Folk (pag. 4), Psichedelia (pag. 5), Metal (pag. 6), Elettronica, ambient (pag. 7), Post-rock (pag. 8), Dark, Hip Hop (pag. 9), Crossover, Pop (pag. 10), Italiani all’attacco!!!! – Elettronica tricolore, ambient (pag. 11), Post-rock, Canterbury in Italia, Progressive (pag. 12), Metal, Jazz-Core, Math-Rock (pag. 13), Cantautori e dialetto (pag. 14), Psichedelia (pag. 15), Minimalismo italiano (pag. 16), Neo-classical, Experimental, Coatto-wave (pag.17).
Progressive Rock
- Cobalt Chapel – Cobalt Chapel
- Peter Hammill – From The Trees
- Leprous – Malina

Cobalt Chapel – Cobalt Chapel
Cobalt Chapel | Cobalt Chapel
L’esordio dei Cobalt Chapel è un disco che ha tutto il sapore di un happening psichedelico di fine anni Sessanta, ma anche di uno spaventoso sabba delle streghe. Il duo formato da Cecilia Fage (voce) e Jarrod Gosling (tastiere, drum machine) propone infatti una musica molto oscura ed esoterica, dai tratti fortemente barocchi e cinematografici. Una sorta di progressive-folk 2.0 in chiave sintetica, che stupisce per originalità e per la voce stregata di Cecilia, capace di ammaliare l’ascoltatore come le sirene di Omero. Tra i brani vale la pena segnalare “Who Are The Strange” e “Horratia”. (Valeria Ferro).

Peter Hammill – From The Trees
Peter Hammill | From The Trees
ll leader dei Van Der Graaf Generator non sembra arrendersi al tempo che avanza e ne approfitta per comporre un disco che più che un momento di rassegnazione vuole essere una decisiva presa di coscienza. D’altronde, sin dalla gioventù Peter è stato affascinato dall’idea della morte e della caducità dell’uomo: una sensibilità davvero unica, che nel corso degli anni gli ha permesso di portare in musica poemi straordinariamente intensi. Rispetto agli album precedenti, in cui la morte era solo un’astrazione, “From The Trees” lo vede d’altro canto riflettere con nostalgia sui cambiamenti degli ultimi giorni, mettendo in discussione la giovinezza perduta e tutte le strade che sono state percorse. La sua voce è la forza trainante di questo viaggio emotivo, fatto di lettere mai inviate (“My Unintended“), richieste rimaste inascoltate (“Deaf Ears“) e struggimenti privati (“Charm Alone”). L’umana incertezza è alla base della bellissima “Torpor“, in cui il cantautore esorcizza la sottomissione a un corpo che non risponde più alle sue funzioni (“trovo difficile respirare/ non riesco a tenere il passo/ sento come se stessi rallentando irreversibilmente e non si sa dove questo possa portarmi”). Dal punto di vista strumentale, il nuovo album solista segna un ritorno a uno stile più intimo, con la voce che viene accompagnata solo da pianoforte e chitarra, lasciando nel retro gli altri strumenti sovraincisi. Il risultato sono dieci canzoni solo apparentemente semplici, che riportano alla mente gli alberi del titolo capaci di invecchiare con dignitosa naturalezza. (Valeria Ferro).

Leprous – Malina
Leprous | Malina
Un percorso personale, dove hanno lasciato indietro tutti gli altri: ripensare la musica progressiva rock e metal in una veste diversa. Niente assoli, melodie vocali avventurose come non mai e il ritmo a sostenere il tutto. Col tempo sono stati abbandonati anche i brani estesi e le ultime scorie di black metal: per scrivere il metal del futuro, bisogna pur fare dei sacrifici. (Antonio Silvestri).