
Intervista a Katya Sanna
Artista poliedrica, musicista, pittrice, scrittrice, poeta e decoratrice. Parliamo con Katya Sanna della sua sorprendente e poco conosciuta carriera musicale.
Ho ascoltato da poco, per la prima volta, un cd di Katya Sanna, per la precisione il su ultimo lavoro, La Via delle Stelle. Devo ammettere che è stata davvero una piacevole sorpresa conoscere un’artista dotata di grande fantasia, di una straordinaria voce e capace allo stesso tempo di proporre una musica elettronica che crea grandi emozioni senza mai essere banale o commerciale. I suoi interessi spaziano dalla musica, pittura, poesia e narrativa. Ecco una sua presentazione: cantante vocalista compositrice di melodie e armonie che spaziano da atmosfere elettroniche, etniche, ma anche romantiche e rarefatte. I testi dei suoi brani spesso sono ispirati da temi letterari, come la sua ricerca su fiabe, miti, leggende di tutto il mondo. Oltre a realizzare lavori solistici ha collaborato con artisti dalla cultura diversa attraversando così molti generi: colonne sonore, jazz, musica antica, heavy metal, progetti multimediali di musica arte visiva e poesia. Ha lavorato all’organizzazione di allestimenti di mostre di arte contemporanea, ha frequentato stage per costumista negli studi televisivi di RAI1. Come pittrice fra le esposizioni ricordiamo: Palazzo delle Esposizioni di Roma, RossoCinabro di Roma, Red Gate Gallery di Londra, Atelier Gustave di Montparnasse Parigi (Francia), Ambasciata della Repubblica, Araba d’Egitto di Roma, Galleria Geraldes Da Silva di Porto e Casa della Cultura Santa Cruz, Madeira (Portogallo), Vinyl Art Show nei locali del Hoodlums Records a Tempe (Arizona-US), Palacongressi di Agrigento Mostra Internazionale d’arte moderna e contemporanea, “Agrigento Arte-Segnali del Tempo”. E’ anche autrice della trilogia fantasy “Le Chant De L’Ange” presentata su “Il baco del millennio” di Rai Radio1. Nel 2009 ha pubblicato 2 album: il cd di poesie “Impronte di Calliope”, e “Grand Tour” dove rilegge e reinterpreta brani di The Beatles, Fabrizio De Andrè, Peter Gabriel, Kate Bush, Tori Amos, David Sylvian, Joan Baez-Ennio Morricone, Faust’O, ed un omaggio a Cathy Berberian. Nel 2010 partecipa al “Rom’Art Independent Festival” con la sua performance live “L’approdo” vincendo il “Premio Alda Merini” per il suo contenuto emotivo ed evocativo per la forza espressiva e la pura capacità di associare sonorità distanti dall’abitudinarietà del presente. A Dicembre 2013 pubblica il nuovo CD “La Via delle Stelle”.
Valerio D’Onofrio: Ciao Katya, è un vero piacere conoscerti. Dalla tua biografia leggo che sei un’artista davvero poliedrica. Oltre alla musica, di cui parleremo, ti occupi in particolare anche di pittura, di narrativa e di poesia. Puoi raccontarci quando hai iniziato a capire che questa tua passione sarebbe diventata anche il tuo lavoro?
Katya Sanna: Non si tratta né di un lavoro né di una passione, ma di un’esigenza che è nata con me e che mi ha accompagnato sempre, e più vado avanti più trovo arti che mi incuriosiscono e con cui voglio provarmi.
Valerio D’Onofrio: Le tue esperienze musicali iniziano già verso la fine degli anni ottanta per proseguire fino ad oggi col tuo ultimo lavoro La Via delle Stelle, che ritengo un notevolissimo esempio di musica elettronica colta e innovativa. Che evoluzione ha avuto la tua musica in questi venti anni?
Katya Sanna: Ma è davvero così colta? Comunque spero che si sia evoluta in qualità, perché per ogni nuovo lavoro il mio approccio è sempre lo stesso: realizzare dei progetti a tema inserendo ogni volta suoni e suggestioni differenti, come un viaggio a tappe.
Valerio D’Onofrio: I testi si riferiscono a temi letterari, fiabe, miti e leggende di tutto il mondo. Perchè questa scelta?
Katya Sanna: Aggiungerei anche Cinema. Riguardo alle fiabe e i miti mi piacciono per quell’atmosfera misteriosa che conservano, storie che arrivano a noi attraversando il tempo mantenendo la loro forza, è molto suggestivo il fatto che uniscano culture e popolazioni diverse come un’unica memoria che ci accomuna tutti.
Valerio D’Onofrio: Quali sono le tue influenze o i tuoi artisti preferiti? In particolare nella musica elettronica hai dei punti di riferimento particolari?
Katya Sanna: Ci sono molti artisti che mi piacciono o a cui mi sono appassionata negli anni. In linea di massima alla base c’è una notevole fascinazione per la musica antica (ho cantato in un bel coro di musica rinascimentale), Pink Floyd, i primi album di Peter Gabriel, ma se devo pensare a chi mi ha davvero influenzato e che determina le mie scelte il solo nome che mi viene in mente è quello dei Beatles: ogni loro album era diverso dal precedente, non c’è un brano che somigli ad un altro, mi piace l’uso delle voci, il loro atteggiamento verso la musica e ogni volta sperimentare inventare. Da bambina comprai anche un bellissimo libro dove è descritto bene il loro lavoro in sala di registrazione, molto interessante. Poi c’è “Jesus Egg That Wept” un mini album di Danielle Dax, registrato con un 4 tracce, quando lo ascoltai mi piacque tantissimo e mi diede il coraggio per iniziare a registrare il mio primo lavoro.
Valerio D’Onofrio: La musica che proponi nel tuo ultimo album è certamente di nicchia, sei contenta del risultato?
Katya Sanna: Si J E’ stato un lavoro lungo, 3-4 anni: la prima parte a casa a lavorare sui suoni e creare le basi poi a mi sono dedicata alle voci e una volta pronte sono andata in sala di registrazione a registrare, e anche lì il lavoro è stato laborioso. Alla fine il risultato corrisponde quello che volevo, sono contenta J
Valerio D’Onofrio: Hai avuto anche vari collaborazioni con grandi artisti, puoi dirci quale di queste ti ha maggiormente segnato artisticamente?
Katya Sanna: Non lo so, mi fa piacere che siano tutte diverse tra di loro e tutte interessanti soprattutto perché sono state sempre l’incastro di personalità distinte e forti del proprio carattere e del proprio stile.
Valerio D’Onofrio: Sei dotata di una voce davvero eccezionale, nonostante ciò La Via delle Stelle è prevalentemente strumentale e questo ti fa onore.
Katya Sanna: Inizialmente alcune parti vocali erano più ricche, corali, ma quello che volevo descrivere era un’ambientazione che evocasse grandi spazi, grandi distanze, anche silenzi, e per ottenere questo in sala di registrazione ho tagliato grandi porzioni di voci senza pietà e senza ripensamenti J
Valerio D’Onofrio: Cosa hai in programma per il tuo futuro prossimo?
Katya Sanna: Attualmente sto partecipando con due miei quadri alla mostra “OpenARTmarket” alla Fonderia delle Arti di Roma, poi sto valutando dove esporre l’installazione connessa a “La Via Delle Stelle”. Riguardo al musica credo passerà un po’ prima di ritornare a registrare ma c’è un progetto che voglio realizzare da tanto tempo: la mia versione delle “Folk Songs” di Cathy Berberian e Luciano Berio, una mia versione di “Black is the color” l’ho già inserita nel precedente cd “Grand Tour”, devo solo proseguire J