
Intervista a Claudio Fabretti, creatore del magazine Ondarock.
Parliamo della nascita e dello sviluppo del miglior sito italiano di musica rock col suo creatore e direttore responsabile.
Ondarock è, di gran lunga, il miglior sito italiano di musica rock. Spaziando dal rock delle origini fino alle pubblicazioni più recenti e trattando tutto con estrema precisione e competenza merita, senza alcun dubbio, un ideale primo posto tra i vari siti del genere. La squadra che nell’arco degli anni si è formata è davvero straordinaria e praticamente ogni appassionato di musica rock non può che avere in Ondarock un saldo punto di riferimento, sia per gli album storici, sia per le uscite più recenti che vengono recensite con estrema puntualità e precisione. La classifica dei migliori dischi dell’anno che viene pubblicata a fine Dicembre è un appuntamento assolutamente imperdibile. Il merito di tutto questo va al suo creatore, Claudio Fabretti, con cui oggi abbiamo l’onore di parlare.
Dino Ruggiero: Vogliamo ricostruire la genesi del successo di Ondarock, ricordiamo qualche dato che ne chiarisca meglio la portata?
Claudio Fabretti: Nel 1999 avevo cominciato a costruire pagine web per impratichirmi con Internet. Usavo addirittura il preistorico “Geobuilder”. Ne nacque un mio rudimentale sito personale dove pubblicai alcuni articoli che avevo scritto per l’ormai agonizzante settimanale “Avvenimenti”, che avrebbe chiuso i battenti poco più di un anno dopo. David Bowie, Neil Young, Led Zeppelin, Rem, ma anche artisti molto meno conosciuti dal grande pubblico. Dopo aver iniziato ad ampliare l’elenco con molti altri nomi, decisi di creare un dominio autonomo, che si chiamava ondarock.it, in omaggio alla mia passione per la new wave. Il sito cominciò ad attirare l’interesse di molti lettori e così misi a loro disposizione anche un forum, che divenne in breve tempo una miniera di idee e di nuove collaborazioni. La pagina personale si trasformò in un sito a più voci, con punti di vista diversi sul mondo del rock, caratteristica che a mio parere ne ha costituito la ricchezza e che permane tuttora
Dalle 76 recensioni di nuove uscite pubblicate nel 2002 siamo passati alle oltre mille degli ultimi anni. Per non parlare della mole ormai notevole dell’archivio delle monografie e delle “pietre miliari”, le recensioni di classici del rock. OndaRock è più che decuplicata in questi nove anni e oggi ha circa 30mila visitatori unici al giorno.
Dino Ruggiero: Ondarock, rivista elettronica di successo, rappresenta bene quel futuro, che qualcuno auspica e altri temono della smaterializzazione completa dell’informazione, a partire dalle stesse redazioni, composte oggi, in molti casi, da persone che non si conoscono nemmeno. In cosa consiste, il ruolo di direttore di realtà fortemente virtualizzate di questo tipo?
Claudio Fabretti: Il mio compito è quello di coordinare una redazione online, attraverso gli strumenti del web (chat, mail, forum) e di dettare una linea editoriale alla webzine, scegliendo il disco del mese e gli argomenti della copertina, ovvero la home. In più, mi occupo di scrivere articoli e di programmare i progetti editoriali del sito.
Dino Ruggiero: Quali sono le prime cose che fai ogni giorno aprendo la saracinesca del tuo negozio virtuale?
Claudio Fabretti: Controllo la home, verifico gli aggiornamenti (svolti dai coordinatori redazionali) e le novità del nostro database da pubblicare prima possibile… Poi naturalmente interagisco con i coordinatori redazionali e con tutti gli altri redattori e collaboratori del sito. In più, faccio lavoro all’editing, alla revisione completa e all’impaginazione dei testi da pubblicare nei giorni successivi.
Valerio D’Onofrio: Il gruppo dei tuoi collaboratori è davvero eccellente, andiamo da Francesco Nunziata, Michele Saran, ma potrei nominarli tutti. Come è nata questa squadra?
Claudio Fabretti: È nata principalmente attorno al forum, ma anche attraverso il contributo spontaneo di chi mi chiedeva di collaborare via mail o altrove. In più abbiamo fatto un po’ di “scouting” tra le firme web più promettenti e abbiamo attirato l’interesse di qualche recensore di lungo corso. In ogni caso, per scrivere su OR bisogna passare attraverso una selezione abbastanza esigente, svolta da me e dai miei collaboratori. Teniamo molto a mantenere gli standard di qualità del sito.
Dino Ruggiero: Esistono ancora le riunioni di redazione? Chi è il redattore-tipo di una rivista come la tua?
Claudio Fabretti: Sì, le riunioni esistono, ma sono spalmate nell’arco della giornata sulla room del forum redazionale. Il redattore-tipo? Un grande appassionato di musica, che magari di lavoro fa altro (oppure studia all’università), ma ha il piacere di dedicare tempo e idee a un progetto stimolante, in cui il suo ruolo è importante e in cui la sua libertà è garantita. In media dai 20 ai 30 anni, ma ne abbiamo anche molti over 30 e qualcuno anche over 40, come il sottoscritto.
Dino Ruggiero: La pubblicità fornisce, naturalmente, la gran parte dei proventi che servono a sostenere anche operazioni editoriali sviluppate esclusivamente via internet: qual è il profilo dell’investitore moderno che affida alla rete il proprio denaro?
Claudio Fabretti: Difficile dirlo. Nel nostro caso, ci affidiamo a una concessionaria (Music Network) e ai Google Ads. Ma è molto difficile trovare singoli investitori disposti a lavorare sul web. C’è molta diffidenza, spesso ingiustificata: un peccato, perché è ovvio che l’attenzione dei lettori, ormai, si sta spostando tutta sul web.
Dino Ruggiero: Oggi, che ruolo ha il lettore, vista la facilità con cui può raggiungervi, dialogare con voi, persino partecipare con commenti alla redazione finale dell’articolo?
Claudio Fabretti: Un ruolo cruciale, per l’appunto. Nel nostro caso, teniamo in grande considerazione i pareri dei lettori, spesso utilissimi quando si tratta ad esempio di segnalare carenze o imprecisioni, ma anche le critiche , se educate e costruttive, sono sempre graditissime. Cerchiamo di coinvolgerli anche attraverso il forum e la nostra pagina Facebook, inclusa la possibilità di commentare le recensioni.
Dino Ruggiero: Nel tuo passato, hai compiuto diverse esperienze, alcune delle quali sviluppate su riviste cartacee: quale ruolo ha oggi la carta stampata nel panorama dell’informazione mondiale e soprattutto quale sarà quello di domani?
Claudio Fabretti: Sono convinto da anni che la carta stampata abbia un destino segnato. In Italia forse resisterà di più, perché arriviamo sempre tardi alle innovazioni, ma credo che inevitabilmente il baricentro dell’informazione si sposterà in gran parte sul web. L’avvento di tablet e smartphone non è che l’ultimo segnale in questa direzione. Spero che resista almeno l’informazione cartacea di approfondimento, visto che le news ormai si trovano tutte sul web o in tv.
Dino Ruggiero: E’ emerso proprio in questi ultimi tempi la difficoltà, per chi opera su internet, di elaborare strumenti efficaci per controllare la qualità delle fonti di informazione: conta ancora il proverbiale fiuto giornalistico?
Claudio Fabretti: Conta eccome. E secondo me i lettori sanno benissimo distinguere i siti seri da quelli amatoriali e approssimativi. Sono convinto che la selezione, alla fine, la farà il pubblico, e quello della Rete è anche mediamente più esigente di quello televisivo, ad esempio.
Dino Ruggiero: Che tipo di rapporto riesci a stabilire con gli artisti?
Claudio Fabretti: Il rapporto con gli artisti nel mio caso è minimo, in genere se ne occupa la redazione, in particolare chi coordina la gestione dei promo e delle interviste. Quando ho avuto modo di avere feedback su OR, anche con artisti internazionali, è stato sempre positivo: c’è grande interesse attorno a noi, ed è un ulteriore motivo di soddisfazione.
Valerio D’Onofrio: La classifica di fine anno di Ondarock è un appuntamento immancabile per tutti gli appassionati di musica. Tra gli album pubblicati fino ad ora nel 2013 quale vuoi consigliarci?
Claudio Fabretti: Almeno Daft Punk, Boards of Canada e Suede senz’altro…
Valerio D’Onofrio: Il nostro sito si occupa in particolare di rock psichedelico, progressivo e della Scena di Canterbury. Puoi dirci un disco, uno per ogni genere, a cui sei maggiormente affezionato?
Claudio Fabretti: Doors- Strange Days, King Crimson – In The Court Of The Crimson King, Robert Wyatt – Rock Bottom