
Intervista al musicista Luca Olivieri. Musica, saggezza e visioni al di là del tempo
Luca Olivieri, diplomato in pianoforte e musicista dietro numerose sonorizzazioni di spettacoli teatrali e rimusicazioni di film dell’epoca del muto, è attivo come strumentista (pianoforte, tastiere e programmazioni), arrangiatore e produttore artistico. Ha pubblicato tre dischi solisti: “Trigenta” (1996), “La Quarta Dimensione” (2008) e il recente “La Saggezza delle Nuvole” (2015), che è il punto di partenza di quest’intervista.
Antonio Silvestri: Sono rimasto colpito dall’amalgama emotivo de “La Saggezza delle Nuvole” fin dal primo ascolto. Ho avvertito in brani come Endless Life, Varuna, Oracle e Substance una malinconia alla quale è dolce abbandonarsi, una meditativa tristezza che non sfocia in desolazione e disperazione. Se non ti dispiace, quindi, partirei proprio da qui: quali emozioni pensi di aver instillato in questi brani e a cosa ti sei ispirato? Quali paesaggi, ricordi, pensieri ti hanno mosso?
Luca Olivieri: Grazie! E’ molto bello riuscire a trasmettere emozioni con la propria musica… Non ho un metodo standard quando compongo, non sono il tipo di artista che osserva il tramonto o cose simili, l’idea può arrivare in qualsiasi momento, mentre cammino in una strada affollata oppure mentre sono in fila dal panettiere. Si tratta di piccole intuizioni, melodie, frammenti che mi girano in testa e che poi sviluppo al pianoforte o al computer. Per farti un esempio mi è capitato di elaborare un’idea ritmica partendo da alcuni battiti prodotti da un macchinario durante un esame clinico. Tutto intorno a noi è suono e ritmo, basta fermarsi ad ascoltare! Rispetto ai brani che hai citato, ma in generale in tutto il nuovo disco, un importante apporto timbrico è arrivato dai numerosi musicisti che hanno partecipato alle registrazioni.
Antonio Silvestri: L’album è quasi completamente strumentale, quindi è inevitabile che le parole delle due poesie inedite di Luca Lezziero attirino molta attenzione: sono nate a posteriori rispetto alla musica oppure sono state “scelte” perché in linea con le composizioni? Pensi che siano un elemento ulteriore rispetto alla musica o che formino un tutt’uno inscindibile?
Luca Olivieri: Ho chiesto a Luca Lezziero, che conoscevo grazie ad un suo libro di poesie e per alcuni testi dei La Crus, se aveva piacere di partecipare al progetto; senza conoscere ciò che stavo realizzando mi ha donato due scritti intensi, crudi, che hanno trovato nella voce recitante di Andrea Chimenti e nella mia musica la giusta collocazione, la naturale estensione di sonorità molto particolari, a tratti estreme. Tutto è avvenuto senza alcuna indicazione da parte di entrambi.
Antonio Silvestri: Hai lavorato spesso con la musica in contesti come il teatro e il cinema; credo che una parte di questa dimensione più visiva sia presente anche ne “La Saggezza delle Nuvole”, dove i brani si sviluppano con leggerezza ed eleganza, quasi fossero ricordi o sogni nella nostra mente. Hai sentito la mancanza di una dimensione “visiva” per questi brani, durante o dopo averli composti?
Luca Olivieri: Da sempre le mie composizioni hanno una componente evocativa (e visionaria) molto forte, specie quando non lavoro su commissione ma scrivo in assoluta libertà. Spesso la mia musica viene definita “cinematica”, credo sia una definizione azzeccata e un grande complimento! Riuscire a parlare attraverso le note, creare paesaggi sonori, raccontare senza usare la voce… Una sfida avvincente!
Antonio Silvestri: Un altro aspetto che mi ha colpito dell’album è l’insieme di strumenti classici come il flauto traverso, il violoncello o il clarinetto basso, uniti a elementi più moderni come tastiere e programmazioni elettroniche. Penso che questo conferisca all’album un’aura fuori dal tempo. Come sono stati scelti i numerosi collaboratori dell’album? Com’è stato mettere assieme così tanti musicisti con storie diverse?
Luca Olivieri: Ho voluto realizzare un progetto collettivo e itinerante, un “work in progress” durato più di due anni che ha visto il contributo di artisti che stimo e trovo affini al mio lavoro; è stato stimolante confrontarmi con musicisti dal curriculum pazzesco (Caroline Lavelle, Saro Cosentino, Cesare Malfatti, Giorgio Li Calzi, Nicola Alesini e molti altri) e ricevere entusiasmo, sensibilità e passione; senza ognuno di loro il disco non sarebbe stato lo stesso… In tutto quattordici ospiti, davvero un’ottima squadra!
Antonio Silvestri: Il mondo degli appassionati di musica, si sa, è fatto soprattutto di ascoltatori. Cosa ascolta, quindi, Luca Olivieri? Quali autori, stili e generi ti capita più spesso di ascoltare per puro piacere personale?
Luca Olivieri: Ascolto davvero di tutto, mi piace essere curioso, parto dall’idea che c’è sempre qualcosa di interessante che non conosciamo e che aspetta di essere scoperto e apprezzato! Nessun limite di genere o epoca, esiste solo la distinzione fondamentale tra musica bella e brutta.
Antonio Silvestri: Un’ultima domanda, di quelle che rischiano di spazientire l’intervistato! Un album nel 1996, uno nel 2008 e uno nel 2015: dovremo aspettare ancora molti anni perché questo disco abbia un seguito? Oppure c’è già il seme per qualcos’altro, magari gettato durante i due anni di registrazioni per “La Saggezza delle Nuvole”?
Luca Olivieri: Ho il privilegio di lavorare ai miei dischi in totale libertà, artistica ma anche di tempo, quindi pubblico i miei lavori quando ho qualcosa da dire, senza scadenze o impegni di nessun tipo. Per ora mi limito a seguire la promozione dell’ultimo arrivato, poi si vedrà… A conti fatti e visto il tempo che solitamente intercorre tra un disco e l’altro posso prendermela con molta calma!