
Intervista al leader dei Warlocks, Bobby Hecksher
Quando i Warlocks toccarono anche Lecce per lo spring party di Coolclub – il 22 marzo del 2014, avemmo la fortuna di incontrare il leader della band Bob Hecksher che volentieri ci permise di intervistarlo brevemente.
Molto simpatico, disponibile a parlare di musica (e non solo) ci ha messo subito ad agio facendo capire sin dall’inizio di che pasta fosse fatto. Persona semplice ed artisticamente impegnata è stato davvero difficile strappargli un sorriso durante l’intervista. La professionalità prima di tutto, il resto, magari dopo, amichevolmente a microfono spento.
Bobby è stato l’unico punto fisso della band che negli ultimi anni di attività ha sempre subito ingressi ed uscite di componenti. Sarà forse perché come musicista poi è un poliedrico (voce, chitarra, tastiere e basso) o sarà che nei Warlocks, alla fine, tutto cambia continuamente per non cambiare mai, insomma il classico “abito che non fa il monaco”. Ultima in ordine di cambiamenti, il passaggio alla nuova etichetta la Cleopatra Records, ma stavolta, loro, sono ancora i Warlocks.
Raffaele Astore: Quello presentato questa è il vostro ultimo lavoro ma c’è ancora una cortina di fumo che richiama i vecchi percorsi. E’ vero?
Bobby Hecksher: Con questo sesto album abbiamo acquisito una certa esperienza e maturità quindi adesso ci piace mettere assieme accanto a canzoni rock anche canzoni più pop e continueremo per ora in questa direzione per i prossimi lavori che produrremo.
Raffaele Astore: Ascoltandovi mi avete richiamato alla mente dei suoni alla Cure ed ai Velvet Underground. Quanto gruppi del genere influiscono sulla vostra musica?
Bobby Hecksher: Anche le band come Velvet Underground o Bob Dylan hanno avuto un loro punto di partenza, o un’influenza di genere. Noi sostanzialmente ci definiamo r’n’r band anche se ci piace ad esempio la pop music ma il punto di riferimento restano gli anni sessanta anche se possiamo assomigliare a band come gli Interpool per la parte vocale o ai Joy Division. In realtà non abbiamo un punto fisso di riferimento per cui cerchiamo di variare molto tra r’n’r e pop.
Raffaele Astore: Il vostro ultimo lavoro è una sorta di mantra dedicato ad un teschio. Ce lo spieghi meglio?
Bobby Hecksher: Il teschio ha a che fare con tante piccole storie che ci sono all’interno del disco che partono tutte con qualcosa da dire, con una storia, che seguono una propria evoluzione naturale, ma a me piace vedere questo percorso incompleto, da finire, da sviscerare in futuri lavori.
(Qui il servizio completo sui 10 anni di Coolclub con l’intervista finale ai Warlocks)