
Intervista ad Andrea Nava, cantante dei Voyeur
I Voyeur sono una rock band nata a Bergamo nel 2013 da un’idea di Andrea Nava, frontman e cantante del gruppo. Il loro stile – dotato di melodie immediate, ritmi veloci e riff energici – ha un approccio non sperimentale ma prettamente fisico e liberatorio alla musica. AOR? Hard rock? Metal melodico? Lo chiediamo proprio ad Andrea Nava.
Antonio Silvestri: Partiamo da una breve presentazione, con un pizzico di provocazione: chi sono i Voyeur e perché sono diversi dalle altre numerose band che propongono Rock in Italia, in Europa e nel Mondo intero?
Andrea Nava: I Voyeur sono una rock band nata nel 2013 a Bergamo e composta da 5 persone che vivono, respirano e mangiano 24 ore su 24 di musica. La nostra diversità rispetto ad altre band sta nel non voler essere diversi da nessuno, noi facciamo solo la nostra musica e basta, cercando di farla nel miglior modo possibile.
Antonio Silvestri: Per essere una band emergente, curate molto l’aspetto visivo della vostra musica. Il video di Bury Me, il vostro singolo d’esordio, è più di quanto possano vantare artisti affermati. Come mai puntare da subito sulla dimensione visiva della vostra musica?
Andrea Nava: La musica oltre che ascoltata va “vista” ed è un elemento fondamentale tanto quanto il sound di una band. Inoltre scrivere e girare un videoclip è una forma d’arte molto divertente oltre che efficace e ti dà immediatezza per farti capire “chi è” la band e che percorso sta portando avanti.
Antonio Silvestri: La scelta di cantare in inglese vi dà da subito un’immagine internazionale, ma inevitabilmente cambia anche il contesto in cui un ascoltatore vi inquadra: diventa facile paragonarvi al contesto Rock anglofono, sicuramente molto agguerrito, invece di inserirvi in un ambito nazionale che non pullula di novità valide. Ci potete dire di più su questa scelta?
Andrea Nava: Ci sentiamo molto vicini alla musica americana e cantare in inglese è una scelta molto semplice… In Italia non ci sono novità valide non perché non ci siano musicisti appassionati e capaci ma perché non ti viene concesso nessun tipo di spazio. Inoltre non esiste una vera e propria cultura rock se non in rarissimi casi.
Antonio Silvestri: Quali sono le vostre ispirazioni, i punti di riferimento a livello musicale? Dove e come vorreste essere fra cinque, dieci e quindici anni?
Andrea Nava: Le ispirazioni arrivano da qualsiasi bella canzone sentiamo che poi ti fa andare ad ascoltare l’intero album di una band anche se purtroppo il più delle volte poi si rivelano delle schifezze con solo 2 belle canzoni. Ognuno di noi poi ha le sue personali influenze però in linea generale ci piacciono band come i The Used, Panic At The Disco, 30 Seconds To Mars ecc.. oltre a mostri sacri quali The Smashing Pumpkins, Pearl Jam e Cure. Ecco magari tra 5, 10 o 15 anni sarebbe proprio bello essere come una di queste ultime 3 band
Antonio Silvestri: Nel tuo stile vocale ho avvertito influenze forse un po’ distanti dal Rock radiofonico, in alcuni casi vicine alla scena Metal scandinava o a certo Post-Hardcore statunitense: una voce graffiante che confina a tratti con l’urlo. Esiste questa connessione, o è semplicemente un caso che abbia avuto questa suggestione?
Andrea Nava: Un caso… In Bury Me sicuramente essendo un pezzo picchiato la melodia vocale è molto vicina all’urlo così come in alcuni altri pezzi, però nella maggior parte delle nostre canzoni la voce è più morbida come per esempio nel nostro ultimo singolo “Lullaby”.
Antonio Silvestri: Come vivete la dimensione “live”? Che pubblico arriva a vostri concerti, in termini di genere, età, stile nel vestirsi? Quanti e quali esperienze in concerto vi hanno segnato di più?
Andrea Nava: Abbiamo un pubblico abbastanza variegato anche se fatto per la maggior parte da nostri coetanei vent’enni e trentenni con modi e stili completamente diversi fra loro. Una delle date più divertenti è stata a Liepaja in Lettonia. Abbiamo suonato circa alle 3 del mattino e abbiamo trovato la gente più fuori del pianeta, un tipo completamente nudo con un calzino sui genitali compreso.
Antonio Silvestri: Se qualcuno dei nostri lettori volesse ascoltare dal vivo la vostra musica, può sperare in un tour nazionale oppure siete già direzionati verso altri Paesi?
Andrea Nava: Sicuramente il nostro sogno è di esportare e far girare il più possibile la nostra musica all’estero ed in particolar modo oltreoceano ma siamo pur sempre italiani e vogliamo assolutamente continuare a suonare anche qui!
La formazione dei Voyeur:
Andre (Andrea Nava) – Voce
Chicco (Andrea Carminati) – Chitarra
Cecca (Andrea Vettoni) – Chitarra
Luca (Luca Pinto) – Basso
Nelson (Luca Mandelli)- Batteria