
Intervista a Virginia Monti dei Psychedelic Witchcraft
I Psychedelic Witchcraft sono una nuova band fiorentina che coniuga rock psichedelico e la passione per l’esoterismo che era stata propria di gruppi storici come i Coven, i Black Widow, i Comus, i Leaf Hound, fino a che questa attitudine alle atmosfere horror, sataniche o esoteriche non venne traghettata (e in un certo senso “normalizzata”) nel proto metal dei Black Sabbath. Il loro EP d’esordio, Black Magic Man, è estremamente promettente e interessante; oggi abbiamo il piacere di parlare con la mente e la creatrice del gruppo, la cantante Virginia Monti.

Virginia Monti
Fabio Truppi: Ciao Virginia e benvenuta su PsyCanProg. È un onore per me intervistare la leader creativa dei Psychedelic Witchcraft, una delle band più intriganti e interessanti dell’odierno panorama italico per ciò che concerne musica alternativa, indipendente e di qualità. Compositrice, cantante, chitarrista e autrice dei testi: da dove nascono la tua passione e la tua ispirazione che ti hanno portato alla formazione di una band votata all’Occult Stoner Rock Blues?
Virginia Monti: Ciao Fabio! Ho sempre ascoltato musica di tutti i tipi fondamentalmente sin da quando ero piccola, ma il gruppo che mi ha fatto innamorare della musica rock anni ‘70 è stato quello dei Led Zeppelin. Li ascoltai per la prima volta all’età di 8 anni e cambiarono completamente la mia percezione della musica.
Mi è sempre piaciuto cantare Blues e Jazz ; fino all’anno scorso non avrei mai immaginato di scrivere o cantare canzoni Rock. Avendo sempre ascoltato musica degli anni ‘60-’70, quando ho scritto la mia prima canzone “Angela” non avevo idea del fatto che esistesse una scena occult rock (non ascoltando gruppi moderni). Aver scelto questo genere è stata una scelta piuttosto naturale e spontanea perché ho suonato e scritto ciò che mi veniva naturale mescolando le mie passioni (la musica rock e l’occulto).
Fabio Truppi: La vostra musica e la vostra identità sono arricchite dall’evocativa dimensione della stregoneria e dell’occultismo. È stata un’idea, questa, che delinea un ruolo suggestivo in cui vi impersonate per veicolare il vostro stile musicale oppure cela rapporti più stretti con la filosofia Wicca e il neopaganesimo in generale, così come i testi lascerebbero supporre? E quanto le tematiche dei Psychedelic Witchcraft ruotano attorno all’idea che angeli e demoni o Jekyll e Hyde vivano in ciascuno di noi?
Virginia Monti: La parte dell’occulto viene principalmente dalla mia passione verso l’esoterismo (dalla filosofia Wicca ad Aleister Crowley). Sono tematiche che mi hanno sempre affascinato. Essendo tematiche esoteriche tendo a parlarne poco; credo che siano dimensioni più private che preferisco esprimere solamente con la musica più che con i discorsi.
Per quanto riguarda il conflitto tra angeli e demoni, mi piace utilizzare delle metafore occulte per esprimere la natura umana e tutto quello che mi circonda, oltre che per interpretare le mie esperienze. L’immagine del diavolo può essere interpretata come la parte ‘malvagia’ e passionale che c’è in ognuno noi, più che il diavolo stesso; le canzoni vanno interpretate più in senso metaforico che letterale.

Virginia Monti
Fabio Truppi: Il vostro EP di debutto “Black Magic Man”, molto acclamato da critica e pubblico, uscito nell’estate 2015 sotto l’egida di Taxi Driver Records, contiene il brano “Angela”, uno dei più rappresentativi – a mio avviso – del vostro particolare sound vintage. Nel relativo video del brano compaiono scene di un film girato anni fa quasi appositamente per adattarsi alla vostra musica. Ci racconteresti la genesi e il significato del video e del testo di “Angela”?
Virginia Monti: Questa è una domanda molto ‘buffa’, non è stato nulla di premeditato.
Per quanto riguarda la canzone, la scrissi in un pomeriggio di noia; stavo suonando un piccolo riff alla chitarra e sentii di voler scrivere una canzone ma non sapevo di cosa parlare.
La sera prima avevo visto un film che mi colpì molto (essendo un amante dei film horror anni ’70, Hammer in primis); il film di cui parlo si intitola “La pelle di satana” (1971) ovvero “Blood on Satan’s Claw”. Decisi quindi di parlare della protagonista del film, Angela. Per quanto riguarda il video, decisi di fare un piccolo video per divertimento prendendo le immagini del film mescolate a delle mie immagini per pubblicarlo successivamente su youtube. Mai mi sarei aspettata un riscontro come quello avvenuto in seguito, per me nacque tutto per ‘gioco’.
Fabio Truppi: La ricerca del vostro sound e del vostro richiamo a quell’esplosione di creatività musicale avutasi negli anni Sessanta e Settanta è il risultato di una grande sensibilità esecutiva, da un lato, ma soprattutto di una evidente ricercatezza sonora dall’altro. E ascoltandovi, oltre comunque a un irresistibile stile chitarristico che occhieggia a Hendrix e Allman, vengono in mente band come Black Widow, Amon Duul, Goat, Bathory. Ma a te la parola: a quali band o artisti del passato e del presente vi sentite maggiormente legati musicalmente e compositivamente?
Virginia Monti: Sono moltissime le band da cui prendiamo ispirazione. Le più influenti sono sicuramente i Black Sabbath, Jefferson Airplane e Coven; allo stesso tempo band come Leaf Hound, Free, The Faces giocano il loro ruolo. Paradossalmente una band come i Bathory mi ha ispirato tantissimo per la ballata dell’EP (“Lying On Iron”).
Ricordo che nel periodo in cui scrissi “Lying On Iron” ascoltavo in continuazione “Man Of Iron dei Bathory”.
Per quanto riguarda la voce mi sono sempre ispirata a cantanti jazz e blues, come Big Mama Thornton, Dina Washington, Muddy Waters.

Virginia Monti
Fabio Truppi: La prima stampa dell’edizione limitata in vinile 10” del vostro EP è andata sold out molto velocemente, e ora band ed etichetta annunciano l’uscita di una ristampa per la fine di febbraio: un’edizione limitata in vinile colorato 12” con nuova copertina, curata dall’artista inglese Matt Wilkins, e una bonus track, “The Dark Lord”, un brano del 1969 dei Sam Gopal. Direi che è davvero un buon inizio, Virginia; davvero meritato, anche e soprattutto per la vostra intensa attività live. Nella tracklist dell’EP, assieme ai brani più rock ed energici, compaiono eccezionali perle bluesy come il psichedelico “Magic Hour Blues”, capace di stregare senza mezzi termini l’ascoltatore. Ritroveremo ancora queste incursioni blues (‘devil’s music’ per antonomasia) nel vostro imminente lavoro in studio in uscita in primavera? E… qualche anticipazione – infine – sul vostro attesissimo primo album, Virginia?
Virginia Monti: Prima di tutto grazie mille per le parole spese per noi, sono fin troppe! 🙂
Presumo che molti ascoltatori si sarebbero aspettati che la band subisse un appesantimento per quanto riguarda il genere musicale, quindi un percorso più diretto verso il doom.
In realtà ho deciso io stessa di orientarmi verso sonorità più blues e rock perché mi appartengono di più; oltretutto volevo veramente mescolare il blues con l’occulto.
Per quanto riguarda il nostro primo album “The Vision”, posso solamente dirti che sarà diverso a livello di produzione, ci siamo sicuramente evoluti come musicisti e l’album è molto energico. La strada verso il blues sarà sempre più accentuata, abbiamo quasi terminato il secondo album. Questo ha delle sonorità ancora più ‘bluesy-sabbath’; il nostro obiettivo è quello di creare un nostro marchio, un nostro stile.
Quello che dico sempre anche ai ragazzi della mia band è che bisogna fare musica rock con uno sguardo verso il passato ma senza dimenticarsi che si vive nel presente; quindi trovo giusto ispirarsi alla musica del passato ma poco utile copiare il passato.
Ciao Fabio, grazie mille!