
Intervista a Lino Capra Vaccina in occasione della ristampa di Antico Adagio
Riscopriamo gli anni settanta italiani con uno dei suoi protagonisti, Lino Capra Vaccina.
In occasione della ristampa del grande capolavoro Antico Adagio oggi parliamo col suo autore, Lino Capra Vaccina. Già membro degli Aktuala e dei Telaio Magnetico, Lino è stato testimone e protagonista di una grande stagione musicale italiana che Psycanprog cerca di riscoprire. Nelle varie domande cercheremo di rivivere e riscoprire le motivazioni e le aspirazioni che spinsero in quegli anni una generazione di musicisti a spingersi “oltre” i confini della musica.
Valerio D’Onofrio: Ciao Lino, è davvero un grande piacere poter dialogare con te, grande vero protagonista della musica italiana. Da pochi mesi è stata pubblicata la ristampa del tuo album Antico Adagio, probabilmente il tuo capolavoro. Cominciamo proprio da li e precisamente dalla scelta del titolo.
Lino Vaccina: La scelta del titolo “Antico Adagio” parte dal fatto che volevo comporre un Adagio, in quanto allora come ora amo gli Adagi come movimenti di tempo. In origine “Adagio” denotava un tempo sufficientemente calmo per permettere allo strumentista le fioriture che fantasia e tecnica gli suggerivano. In tal senso può considerarsi il più Antico fra i termini agogici della musica. Successivamente mi accorsi che queste due parole portavano con se anche il famoso detto come dice, recita, suona un “Antico Adagio”. Così feci la scelta di usarlo come titolo del brano e del disco.
Valerio D’Onofrio: Antico Adagio può definirsi un album minimalista oppure la tua ricerca sonora cerca vie originali?
Lino Vaccina: Se per minimalismo intendiamo un uso dei suoni e degli strumenti essenziale che all’interno del divenire sonoro lascia spazio al silenzio, ad una rarefazione del suono, ad una dimensione sonora vicina a quella subacquea oppure dello spazio cosmico, allora sì. Se invece, come penso, ti riferisci al genere musicale possiamo dire che certo ci sono analogie, ma come dico spesso da sempre succede nella storia della musica. Ma vorrei dire anche ogni riferimento è puramente casuale e sicuramente questo dipende dalla fruizione di chi ascolta. Per quanto mi riguarda ho sempre ricercato vie originali e credo che lo si possa notare sia nella mia musica, sia con gli Aktuala che nelle collaborazioni.
Valerio D’Onofrio: Cosa intendi con il concetto di ecologia sonora di cui parli nel libretto interno al cd?
Lino Vaccina: L’idea di ecologia sonora mi è sempre interessata e ho sempre cercato di applicarla nella mia musica. Nella percezione umana e non l’influenza dei suoni sul nostro essere e ambiente è notevole più di quanto si creda. Anche se non si è coscienti di questo, ciò accade. Quindi partendo da questa esperienza personale iniziai ad utilizzare una selezione di suoni, ritmi, melodie, armonie e frequenze che avessero una componente naturale sonora, intendo una funzione armonica di stasi. Un suono che non sempre potrebbe essere udito coscientemente come ad esempio il vento, l’acqua, le foreste, gli uccelli, gli insetti ecc. e perfino in molte aree urbane esistono questa funzione armonica di stasi (Per esempio anche il traffico diventa una tonica in senso musicale). Quindi la mia è una scelta sonora che procede per sottrazione eliminazione di analogie musicali per favorire uno stato superiore per fare e sentire musica.
Valerio D’Onofrio: Nella ristampa sono presenti brani non pubblicati nel 1978, non inferiori agli originali. In che periodo li hai registrati e come mai non hanno trovato posto in un album originale?
Lino Vaccina: I brani inediti dal titolo “Frammenti di Antico Adagio” pubblicati dalla Die Schachtel sia in CD che in vinile li avevo registrati durante le sessioni di registrazione di “Antico Adagio”. Non potendo pubblicare un vinile doppio in un primo momento pensai di pubblicare un secondo disco più avanti, poi però non fu più possibile realizzare il progetto. Sì, chiaramente, essendo stati composti e registrati nello stesso periodo anche i brani inediti sono in linea con gli altri brani di “Antico Adagio” e sono d’accordo con te che sono altrettanto validi. Ovviamente sono contento che siano stati pubblicati anche con un vinile a parte come era in origine la mia idea.
Valerio D’Onofrio: La tua carriera inizia molto anni prima di Antico Adagio, con Walter Maioli negli Aktuala. Sei stato un protagonista e un testimone degli anni settanta italiani, un’epoca straordinaria e, ahimè, irripetibile. Che anni furono quelli per te e per la musica italiana?
Lino Vaccina: Agli inizi degli anni 70, quando cominciò la mia carriera artistica, ero molto giovane. Fondammo con Walter gli Aktuala. Sono stati per me anni straordinari,intensi dal punto di vista musicale, artistico e culturale (ma penso che sia lo stesso per tutti coloro che vi hanno partecipato) ero coinvolto in vario modo, dalla mia musica alle collaborazioni con Juri, Franco e Telaio Magnetico. C’era una condivisione e una partecipazione veramente incredibile, non solo alla musica sperimentale, ma anche all’arte tutta. In quanto era sentita, si era curiosi di sentire, ricercare, scoprire nuovi mondi sonori, anche in chi non era cosciente di questo accadeva ugualmente,e questo era per me e tutti quelli che vi parteciparono molto bello, fantastico direi. Penso che ancora oggi tutto ciò possa valere per la musica italiana di quei favolosi anni 70. Parlo naturalmente della musica (come si chiamava allora) alternativa. Devo dire però, a proposito della irripetibilità di quegli anni, che noto in questo periodo un grande interesse a una rilettura (non in chiave nostalgica) sia da parte di chi c’era, sia da parte delle nuove generazioni che vogliono conoscere (e conoscono) la musica di quegli anni, per mettersi in condivisione e continuare il cammino su quella via sonora e di fruizione, nel loro tempo.
Valerio D’Onofrio: Sei stato anche testimone di alcuni episodi storici della musica italiana di quegli anni. Cosa ricordi, ad esempio, di John Cage al Lirico di Milano nel 77?
Lino Vaccina: Sì, è vero, sono stato testimone di diversi avvenimenti storici di quegli anni e non solo, anche protagonista.La serata di J. Cage al Teatro Lirico di Milano, Ricordo che fu a metà direi tra l’entusiasmante e l’emozionante tutto grazie alla sua straordinaria performance. Fu esilarante anche la reazione, caotica, del pubblico. Da come vidi J. Cage proseguire imperterrito, sembrava proprio che il pubblico reagisse in linea con la sua idea di performance e si vedeva che la cosa lo divertiva. Non era per nulla impressionato, ma bensì serafico nella sua esecuzione. Anche se ovviamente ci furono dei momenti dove anche io mi preoccupai della reazione del pubblico. Fu veramente una serata straordinaria.
Valerio D’Onofrio: Invece del Festival di Parco Lambro del 76?
Lino Vaccina: Eccoci al mitico concerto di Parco Lambro del 1976. Anche qui devo dire che ci furono diverse reazioni del pubblico nei vari momenti di esecuzione degli artisti, alcuni di “tensione”, uno in particolare, quello della partita a pallone con i polli surgelati. La cosa incredibile, e nello stesso tempo geniale, fu che durante questo avvenimento i musicisti continuarono a suonare. Altrettanto incredibile e divertente era che da una parte c’era uno psicodramma esistenziale, caratterizzato dalla partita dei “polli” e dall’altra (in misura maggiore) un coinvolgimento psico-emozionale, una condivisione e una partecipazione alla musica e al fare musica incredibile. Mi piace definire tutto questo con una frase: “Trimesastica collettiva”. Per quanto riguarda la mia partecipazione fu molto bella, in solo con percussioni e nastro magnetico. Un’altro bel momento fu la Jam-Session con Don Cherry alla quale parteciparono, oltre a me, altri musicisti presenti al festival.
Valerio D’Onofrio: Dopo gli Aktuala hai formato insieme a Juri Camisasca e Franco Battiato i Telaio Magnetico, dei quali ci rimane solo un live del 1975. Ho avuto il piacere di sentirti parlare di persona di quei concerti e non ho potuto non notare un misto di commozione e felicità al solo ricordo. Mi sbaglio?
Lino Vaccina: Assolutamente non ti sbagli. Il “Telaio Magnetico” è stata un’altra esperienza, musicale e non, straordinaria. Il tutto è stato caratterizzato anche dal fatto che non solo facevamo musica insieme, ma eravamo e tutt’ora siamo anche amici. Ovviamente, essendo orgoglioso di questo progetto sonoro, è inevitabile che quando ne parlo il ricordo mi procura un misto di commozione e felicità. Vorrei aggiungere che il “Telaio Magnetico” è stato veramente un ensemble musicale straordinario, unico ed eccezionale nell’ambito della musica sperimentale.
Valerio D’Onofrio: Grazie Lino per la disponibilità; chiudo chiedendoti quali sono i tuoi progetti per il futuro, se pensi a future collaborazioni o a esibizioni dal vivo.
Lino Vaccina: Grazie a te, Valerio. Sì, devo dire che sto preparando un live set per una serie di esibizioni e collaborazioni con amici. Inoltre, contemporaneamente, sto preparando i brani per un nuovo progetto sonoro che inizierò a registrare a breve (e non dico altro…) [risata..]