
Cinque album del 2018 consigliati da Fabio Zuffanti

Fabio Zuffanti
Si continua nella scoperta dei migliori album del 2018 col musicista Fabio Zuffanti, tanto noto agli appassionati del prog in Italia da non aver bisogno di presentazioni. I suoi cinque album preferiti del 2018, in ordine di preferenza, sono:
- Anna Von Hausswolff – Dead Magic
- Thom Yorke – Suspiria (Music for the Luca Guadagnino Film)
- Ryley Walker – Deafman Glance
- Emiliano Deferrari – Monty
- Eiko Ishibashi – The Dream My Bones Dream

Anna Von Hausswolff – Dead Magic
Anna Von Hausswolff – Dead Magic
Apparentemente “Dead Magic” altro non è che un frullato di Kate Bush-Diamanda Galas-Dead Can Dance. Ma anche in questo caso guai a fermarsi alle apparenze; le ispirazioni sono solo punti di partenza per cinque brani dotati di enorme personalità, plumbei ed elegiaci al tempo stesso. “Dead magic” è un’ascesa liturgica e mesmerizzante, con il picco dei sedici vertiginosi minuti di “Ugly and vengeful”, tra le emozioni più forti di questo 2018. Il “Within the realm of a dying sun” degli anni ’10?
Thom Yorke – Suspiria (Music for the Luca Guadagnino Film)
Non ho ancora visto il film e forse non mi interessa, anche perché questa musica si è già costruita il suo film nella mia mente. Con il suo spettrale vacillare tra aldiquà e aldilà il buon Thom si è superato e ha concepito partiture oblique e penetranti al punto giusto, dotate di una libertà visionaria che manca alle ultime produzioni delle teste di radio. Voci, orchestre e cori di fantasmi, pianoforti fluttuanti e batterie sghembe spargono aloni su aloni di beatifica inquietudine.

Ryley Walker – Deafman Glance
Ryley Walker – Deafman Glance
Ha senso imbandire la tavola con un bislacco mix tra il Tim Buckley più cantautorale, lo Springsteen più intimo e i Genesis era “Trespass”? Ascoltando “Deafman Glance” pare proprio di si. Ma Walker non è solo mero citazionismo perché il ragazzo ha grandi capacità, in primis quella di scrivere canzoni sopraffine. Provare per credere. Poi la sua voce è una bella giornata di sole.

Emiliano Deferrari – Monty
Emiliano Deferrari – Monty
La sorpresa dell’anno. Deferrari lambisce territori cari a certi Talk Talk, denuda le canzoni e le spezzata in ritmi sbilenchi ed esangui, suona (tutti gli strumenti) ma ha anche il buon senso di lasciare respirare la musica, di centellinare silenzi e spazi. Anche il canto, che può esprimersi su alti livelli di lirismo, sa fare un passo indietro per rendersi sottile e impalpabile. L’aria si fa più torrida, fino a prendere fuoco.

Eiko Ishibashi – The Dream My Bones Dream
Eiko Ishibashi – The Dream My Bones Dream. Art-pop al suo meglio, con la talentuosa giapponese che calma le acque agitate degli album precedenti e si immerge in un brodo primordiale di note a mezz’aria. Jazz, classica, elettronica non sono più steccati ma giardini alla luce della luna che la Ishibashi ammanta con la sua voce diafana. “To the east” è il languore di un vago innamoramento che ha paura di sbocciare.
Menzione speciale inoltre per:
Olivia Block – 132 Ranks
Fabio Cinti – La voce del padrone, un adattamento gentile
Julia Holter – Aviary
Kode9 + Burial – Fabriclive 100
Low – Double Negative