
Cinque album del 2017 consigliati da Fabio Zuffanti
Continuiamo il nostro percorso alla scoperta dei migliori album del 2017 grazie ai consigli di Fabio Zuffanti (qui trovate i suoi consigli del 2016), musicista di primissimo piano nel panorama della musica progressive italiana contemporanea. Nel 2017 ha inoltre pubblicato un album prettamente acustico, “Amore Onirico EP“. Ecco le sue scelte:
- The Heliocentrics – A World Of Masks
- Charlotte Gainsbourg – Rest
- Godspeed You! Black Emperor – Luciferian Towers
- Toby Driver – Madonnawhore
- Sufjan Stevens, Nico Muhly, Bryce Dessner, James McAlister – Planetarium

Fabio Zuffanti
Fabio Zuffanti: Per tutta una serie di ragioni e ragionamenti il 2017 è stato uno degli anni più particolari della mia vita. Specie la sua seconda metà. A un certo punto è avvenuto dentro me una sorta di big bang che mi ha spinto a mettere in dubbio molto di quello che sono e faccio. Anche gli ascolti musicali. E’ chiaro che senza musica io non potrei esistere ma è altrettanto chiaro che, forse, comincio a essere un poco stanco di rock, pop e – più o meno nobili – derivati. Per questo da molti mesi a questa parte i miei ascolti si sono rivolti quasi esclusivamente al mondo della classica, nel quale trovo ispirazione, ricchezza spirituale e piena soddisfazione dei sensi. Mi è quindi costata non poca fatica scegliere i cinque album “leggeri” del 2017, ma mi ci sono messo d’impegno e ho cavato fuori le cose che hanno saputo far breccia nel mio cuore perplesso. Ho timore però che nei prossimi anni sarà sempre più difficile per me stilare questo tipo di classifiche, credo che l’ascolto della musica diventerà sempre più legato a qualcosa fuori dai tempi e dalle mode, qualcosa di puro, che mi arricchisca senza ricordarmi che proviene da un presente verso il quale nutro parecchi dubbi. Detto ciò, è possibile che mi sbagli e che questa crisi rientri, per ora ecco i miei cinque campioni del 2017 (in ordine crescente di merito).
- The Heliocentrics – A World Of Masks

The Heliocentrics – A World Of Masks
Visto che oggi come oggi nulla si inventa di nuovo la cosa migliore è darsi da fare per creare mix variopinti che diano l’idea di originalità prendendo a prestito la lezione impartita da altri. Heliocentrics è l’Arkestra dei nostri giorni, e svolge con fervore il suo compito di portare il jazz oltre le galassie tingendolo di tribalità, misticismo e ambientazioni futuristiche, rendendo il tutto perfettamente al passo coi tempi attuali. C’è modo e modi di rifarsi ai miti, questo è quello giusto.
- Charlotte Gainsbourg – Rest

Charlotte Gainsbourg – Rest
Che fortuna hanno i francesi ad avere siffatti personaggi in ambito mainstream, fortuna che in Italia mai ci toccherà. La Gainsbourg è una sorta di essere eletto; donna affascinante, ottima attrice e conturbante musicista che non si accontenta della plastica ma che si spinge – e ci spinge – ad avere ancora fiducia nel pop, ricordandoci che quei tre minuti possono ancora essere forieri di sorprese. Il suo terzo album è allo stesso tempo una gradita conferma e uno stuzzicante scrigno di novità.
- Godspeed You! Black Emperor – Luciferian Towers

Godspeed You! Black Emperor – Luciferian Towers
Si dice da più parti che i GY!BE facciano lo stesso disco da oramai vent’anni. Cosa vera in parte ma che trova smentita nelle atmosfere, mai così trionfali, di “Luciferian Towers“. Raramente l’ensemble canadese si è spinto in territori così solari e, a modo loro, gloriosi. Una gioia surreale, quella di una società che rinasce dalle sue macerie e che canta inni di liberazione da tutti i governi e i politici. La mappa sonora di un mondo utopico che grida con impeto i suoi sogni.
- Toby Driver – Madonnawhore

Toby Driver – Madonnawhore
Questo è l’album giusto per per chi, come me, ama le atmosfere liquide e notturne, ove sembra di galleggiare al di sopra della realtà. La lezione dei migliori Talk Talk/Bark Psychosis trova casa nel secondo Lp solista del leader dei Kayo Dot, un disco in perfetto equilibrio tra il detto e il non detto, la cui trama sonora sembra sempre sul punto di spezzarsi e invece rimane salda a donarci un tiepido languore invernale.
- Sufjan Stevens, Nico Muhly, Bryce Dessner, James McAlister – Planetarium

Sufjan Stevens, Nico Muhly, Bryce Dessner, James McAlister – Planetarium
Il bignami ottimale di cosa oggi dovrebbe essere la musica d’arte. Un doppio concept “spaziale” ove il rock sinfonico si sposa mirabilmente con l’elettronica e il cantautorato più intimo e toccante. Che Sufjan Stevens fosse un compositore di talento lo si era già capito ma il fatto che questa volta abbia aperto le sue collaborazioni agli altre tre ha ampliato ancora di più il ventaglio delle potenzialità, creando un vero sistema planetario di possibili musiche future.