
Cinque album del 2015 consigliati da Matteo Uggeri
Sperimentatore senza remore, incantato sin dalla giovane età dalla musica industrial, Matteo Uggeri è – dalla fine degli anni novanta – uno dei musicisti italiani più coerenti sulla strada della musica elettronica e industrial, sia nella sua carriera solista che nella sua creatura, gli Sparkle in Grey. Anche a lui abbiamo chiesto quali sono stati i suoi conque album preferiti del 2015. Le sue scelte sono:
- LOW – Ones and Sixths
- GHOST AND TAPE – Shift
- CACAO – Cacao
- MELODIA – Diario de Viaje
- IMRE KISS – Midnight Wave
Valerio D’Onofrio: Ciao Matteo, Il 2015 ormai sta finendo, come è stato per te quest’anno e per i tuoi progetti solisti e non?
Matteo Uggeri: Bello! Sono usciti due dischi a cui tenevo molto, quello con Deison, che ha riscosso davvero ottimi consensi a livello di critica, e quello tra Sparkle in Grey e Controlled Bleeding. Loro erano da più di vent’anni uno dei miei gruppi preferiti, e Paul Lemos una persona che stimo tantissimo. Ancora fatico a credere di essere riuscito a coronare un mio sogno pubblicando quel disco.
Inoltre con gli Sparkle in Grey ora abbiamo iniziato a provare a Milano: è un grande cambiamento, so che può significare poco da fuori, ma per me ha un valore.
Poi ho fatto un concerto di supporto a Lawrence English, organizzato da quelli di Plunge (che iddio li benedica): una bellissima esperienza.
Valerio D’Onofrio: Per quanto riguarda le nuove uscite come giudichi questo 2015?
Matteo Uggeri: Come molti altri non sono uno attentissimo all’attualità musicale. Però non sono neppure tra quelli che vogliono guardare al passato a tutti i costi. Mi sembra che ci sia sempre un bel fermento musicale, e che escano cose interessanti, anche tante italiane, tra cui molti amici… ho apprezzato i lavori di Sigurtà, di Novellino con Mazurek, di Coniglio, poi anche degli Heroin in Thaiti, che inizialmente non mi piacevano affatto ma il loro “Sun & Violence” è molto bello.
Valerio D’Onofrio: Ci sono degli aspetti che hai voluto premiare maggiormente nelle tue scelte?
Matteo Uggeri: Ho semplicemente considerato i dischi che ho ascoltato di più tra quelli usciti quest’anno, non ho seguito un criterio di supposto ‘valore artistico’. Sono dischi che ascolto molto volentieri.
Se avessi però dovuto segnalare quello che ho ascoltato di più sarebbe stato “Alles Wieder Offen” degli Einstuerzende Neubauten, del 2007, perché la mia bimba di due anni si è invaghita del brano Weil Weil Weil e mi costringe a metterlo continuamente.
Valerio D’Onofrio: La tua prima scelta è quella dei Low, ormai giunti al loro undicesimo album in studio. Perchè questa scelta?
Matteo Uggeri: Mi piacciono da sempre, non hanno mai fatto un brutto disco, questo è perfino più bello di molti altri loro. In particolare What Part of Me Don’t You Know mi fa impazzire, è un pezzo pop wave perfetto, malinconico, energico. Poi il disco è prodotto in maniera superba, ha dei suoni che ti smontano lo stereo.
Valerio D’Onofrio: Continuiamo con i Ghost and Tape. Sinceramente non li conoscevo, cosa ti ha colpito di quest’album?
Matteo Uggeri: Non li conoscevo manco io, però sono un fan dell’etichetta che pubblica il disco, la Slaapwel, belga, che pubblica solo lavori soporiferi. Credo sia l’unica label di cui ho tutte le uscite (non tantissime a dire il vero). Le compro alla cieca. Sono dischi che davvero mettono calma ed hanno un packaging meraviglioso.
Valerio D’Onofrio: Passiamo ad un album autoprodotto. I Cacao con album omonimo, stavolta parliamo di un gruppo davvero di nicchia del quale è molto arduo trovare informazioni persino su internet.
Matteo Uggeri: Infatti… io li ho visti dal vivo a Musica nelle Valli, una rivelazione assoluta. Li ho recensiti per SandS-Zine: “chitarra e basso minimal techno”: http://www.sands-zine.com/recensioni.php?IDrec=1969
Purtroppo sono pigri e fanno poca roba, ma attendo con fervore il loro prossimo lavoro. Questo è solo un CR-R in poche copie.
CACAO/A8 from Matteo Matteo Pozzi on Vimeo.
Valerio D’Onofrio: Con i Melodia ritroviamo la strada di un minimalismo che credo ti abbia sempre interessato.
Matteo Uggeri: Esatto, vedi anche sopra. Questo disco l’ho ordinato direttamente alla Home Normal di Ian Hawgood, altra etichetta che amo molto, dopo averlo sentito su Bandcamp. Mi rilassa all’inverosimile. In effetti tutti i dischi che ho scelto sono all’insegna del minimalismo! “Less is more”, come diceva il caro Mies van der Rohe!
Valerio D’Onofrio: L’ultima tua scelta è invece più incentrata sull’elettronica, genere del quale il 2015 è stato molto prolifico. Perchè proprio gli Imre Kiss.
Matteo Uggeri: Ascoltati per puro caso su Soundcloud… erano in una playlist che manco ricordo, ad un certo punto è partita ‘sta traccia loro che mi ha fatto risvegliare dal torpore (stavo ascoltando in ufficio) e mi sono chiesto chi fossero. Anche questa etichetta, la Lobster Theremin, ho visto che ha uscite di buona qualità, in genere solo vinile. Questo degli Imre Kiss è molto curato anche come carta del packaging. Sono cose a cui tengo molto!