
Antonello Cresti intervista Viola Nocenzi
Viola Nocenzi, figlia di Vittorio, storico membro dei Banco del Mutuo Soccorso, pubblicherà in Autunno il suo primo album solista, “Il Punto Di Vista“. Ecco un’intervista rilasciata al saggista Antonello Cresti.
Antonello Cresti: I tuoi brani “Ninna Nanna” e “La Scia” giungono da lontano, pur essendo le tue prime produzioni discografiche. Vuoi raccontarci qualcosa della tua formazione musicale?
Viola Nocenzi: Ho iniziato a scrivere musica all’età di quattro anni, quando ho cominciato a studiare il pianoforte. Ricordo ancora la mia prima canzone: all’asilo avevano assegnato un compito, fare un disegno da dedicare alla propria mamma. Io mi sono fatta trovare impreparata perché, al posto del disegno…avevo una canzone dedicata a lei, con un bel testo inedito scritto per l’occasione. Ovviamente le maestre rimasero incredule ma poi ho avuto la soddisfazione di esibirmi di fronte alla mia famiglia…ed è stato il mio esordio da cantautrice! Ho approfondito lo studio del pianoforte e, successivamente, quello del violino. Per poi dedicarmi al canto, percorso che ho iniziato nel 1993 e che mi accompagna ancora oggi.
Antonello Cresti: Vista la varietà delle tue esperienze e dei tuoi interessi perchè hai adesso scelto la canzone come strumento privilegiato di espressione?
Viola Nocenzi: La canzone è sicuramente l’espressione musicale che da sempre mi appartiene più. Scrivere musica è il naturale prolungamento del mio essenza. E trovo stimolante l’idea di racchiudere in un estratto musicale di durata ben precisa un determinato quadro emotivo. E immortalarlo, attraverso un excursus di note e di versi a ricamarne l’incanto.
Antonello Cresti: Sei “figlia d’arte” e proprio in “La Scia” fa capolino anche il pianoforte di tuo padre Vittorio. Quale è l’eredità musicale più forte che pensi di aver ricevuto e quale la tua conquista artistica che senti più tua?
Viola Nocenzi: L’essere figlia di Vittorio Nocenzi mi ha regalato una grande opportunità. Quella di vivere e crescere in un ambiente di composizione musicale e artistica stimolante e, dal punto di vista energetico, altamente comunicativo. Per molte cose credo che abbia fatto il suo corso anche la genetica. Ma ha giocato un ruolo di altrettanta importanza il grande legame che ho con lui, cosa che ha fatto tutto il resto. Una profonda comunione umana, di scambio intellettuale e di insegnamenti che sono diventati la base fondante del mio essere. Realtà, quest’ultima, costituita per sua natura di una propria caratteristica comunque originale ed autonoma, che non ha mai faticato a trovare il suo ambito espressivo.
Antonello Cresti: Come nascono le tue canzoni, sia dal punto di vista lirico che musicale?
Viola Nocenzi: Le mie canzoni nascono tutte al pianoforte e generalmente in pochissimo tempo, delle volte in pochi minuti. Per me scrivere una canzone è come parlare; non so che tipo di processo si sviluppi in quel momento, io so solo che mi siedo, metto le mani sui tasti e so già cosa e dove voglio andare. Per la parte dei testi, a volte accade lo stesso fenomeno, altre volte invece ho il piacere di collaborare con uno scrittore, per me eccezionale, che tra l’altro risulta essere obiettivamente il mio alter ego artistico naturale: Alessio Pracanica. Ci unisce un’empatia talmente magica da farci compiere imprese come scrivere 20 brani in 20 giorni, brani nei quali ogni mia nota viene immediatamente compresa e completata dalle sue parole.
Antonello Cresti: In autunno uscirà il tuo primo cd. Vuoi darci qualche anticipazione vista la varietà di arrangiamenti già presente nei due brani sinora editi?
Viola Nocenzi: Sì, in autunno uscirà l’ album, che si chiamerà “Il Punto Di Vista”: nome metaforico e simbolico dell’intento del progetto, cioè il mio voler mostrare attraverso ogni singolo brano un diverso punto di vista del mio carattere, del mio temperamento e di come osservo la realtà. Insieme all’arrangiatore Antonio Sarà, non ci siamo prefissati alcuna appartenenza a generi specifici, l’unico obiettivo è stato quello di dare aria alla scrittura musicale e scegliere gli strumenti che empaticamente sembravano danzare con quella scrittura stessa, tutto convogliato in una chiave minimale. Così nasce “ninnananna”, un brano senza batteria, con pianoforte, fisarmonica e pochi altri elementi, proprio quegli strumenti che da sempre porto nel cuore.
Oppure “la scia”, con il pianoforte che vede come ospite e interprete Vittorio Nocenzi, il sax che vede come ospite Carlo Micheli. Una prima parte iniziale completamente avvolta nella magia dell’incanto, che si trasforma passando da un pop jazz raffinato a una pizzica Taranta sfrenata, con il grande tamburellista Alfredo Verdini. E poi, organetto popolare, ballo e liberazione.
All’insegna di questa ricerca di libertà espressiva, ritroverete la natura comunicativa di ognuno degli altri brani che compongono l’album.