
Yes | Tales from Topographic Oceans (1973)
L'album simbolo che porta all'estremo pregi e difetti del progressive rock.
Tales from Topographic Oceans è un album emblematico. Chi volesse esaminare e approfondire i motivi della decadenza del progressive non potrà fare a meno di prenderlo ad esempio. L’album vive una clamorosa ambivalenza, da una parte è innegabilmente figlio dell’epoca classica del progressive e, da molti punti di vista, ne rappresenta uno dei prodotti più autentici, dall’altra porta tanto all’estremo tutte le caratteristiche del genere, la lunghezza dei brani, la pomposità, la magniloquenza, la complessità, l’immersione in mondi fantastici, da essere diverso da tutti gli album classici. Tales from Topographic Oceans è un album estremo, direi una sorta di super-progressive o progressive elevato a potenza, che proprio per questo porta all’esasperazione sopratutto i suoi punti deboli. Certamente autocelebrativo, autoreferenziale, freddo, molto spesso pedante e ripetitivo, a tratti visionario, con visioni talmente diluite negli ottanta minuti da disperdersi e rarefarsi. Da questo punto di vista è il progressive più autentico che si possa immaginare, è l’inizio del suo contorcersi su se stesso, del suo parlarsi (o suonarsi) addosso, un pò come fecero sempre nello stesso anno, ma ad onor del vero in modo meno evidente, gli ELP con Brain Salad Surgery. E’ l’inizio della fine, fine che Fripp decreterà l’anno dopo (1974) con le scorribande chitarristiche di Red, ma che si protarrà, vista l’incapacità di tracciare nuove vie, sino agli anni successivi con quel nostalgico canto del cigno che è Fanfare for the Common Man degli ELP (dall’album Works Vol.1).
L’idea di registrare un doppio album con soli quattro brani, uno per ogni facciata, è davvero troppo ambiziosa, la mia impressione è che gli Yes abbiano artificiosamente allungato i brani che avrebbero certamente potuto essere più brevi. Le idee per creare quattro suite da venti minuti non c’erano, anche se ci sono vari momenti molto interessanti. Tra questi l’inizio di The Revealing Science of God, il brano migliore, il finale di Ritual col collage di percussioni che ricorda qualcosa di Zappa, e The Ancient, che ha il pregio di essere diverso da tutto quello prodotto in precedenza dagli Yes. The Remembering è il brano che meglio rappresenta i difetti di questo iper-progressive.