
Yes | Close to the Edge (1972)
Il miglior album degli Yes, la miscela perfetta, quasi religiosa, tra Howe e Wakeman
Close to the Edge è considerato, quasi all’unanimità, il miglior album degli Yes, persino superiore al loro altro grande capolavoro, il precedente Fragile. In effetti la complessità, la magniloquenza, la compattezza, la bellezza a tratti quasi religiosa di quest’album, lo rendono certamente superiore a tutti gli altri album degli Yes, anche a Fragile, che, per quanto splendido, ha il difetto di un’eccessiva frammentarietà.
Gli Yes sono stati uno di più grandi gruppi progressive di tutti i tempi. Dopo gli iniziali e frequenti cambi di formazione, dopo la sostituzione del chitarrista Peter Banks con Steve Howe (ex dei Tomorrow), del tastierista Tony Kaye con Rick Wakeman (ex degli Strawbs), si arriva nel 1971 alla formazione perfetta, la sintesi mirabile di tutto quello che il progressive degli Yes poteva produrre: Jon Anderson alla voce, Chris Squire al basso, Steve Howe alla chitarra elettrica e acustica, Rick Wakeman al piano, organo, mellotron, sintetizzatore e Bill Bruford alla batteria. Questo è il gruppo che ha sfornato i grandi capolavori degli Yes, che ha scritto i canoni di tutto il progressive rock, ogni cambio di formazione successivo non ha fatto altro che far perdere qualcosa agli Yes rendendoli, dopo vari anni, irriconoscibili ed autori di clamorosi tonfi.
Dei tre brani presenti, i primi due, la lunga suite Close to the edge che da il nome all’album e And you and I sono capolavori immensi del progressive tutto, i simboli degli Yes sinfonici e del solenne organo di Wakeman. Il terzo Siberian Khatru è invece molto più tipico dei primi Yes, certamente il brano minore del disco, anche se di ottimo livello.
La suite iniziale Close to the Edge, divisa in quattro parti, descrive un nuovo tipo di rock progressivo che mai si era sentito sino ad allora, la chitarra di Howe e sopratutto la tastiera e il mellotron di Wakeman (in particolare della terza parte I get up I get down) si intrecciano tra loro in modo tanto magnifico da formare un inaudito mosaico di suoni che non può non entrare nel cuore e nella mente dell’ascoltatore.
Si continua a livelli elevatissimi con And you and I, brano romantico e solenne, sinfonico ed epico, sopratutto nell’incredibile mellotron di Wakeman, che proprio qui si mostra un tastierista al di fuori della portata dei tanti altri virtuosi dello strumento.
In Siberian Khatru si ascolta un grande sfoggio di tutti i componenti, un buon brano che si rifà a precedenti album degli Yes.
Close to the Edge ha cambiato la storia del rock progressivo, lo ha reso un prodotto ancora più colto e sofisticato. Gli Yes non riusciranno più a ripetersi a questi livelli ma ciò non toglie nulla alla loro grandezza e al segno indelebile che in pochi anni hanno lasciato sulla storia del rock.