
XTC | Apple Venus Volume 1 (1999)
Ovvero... Quando la canzone Pop diventa Arte.
Non è semplice delineare sinteticamente la multiforme esperienza musicale degli Xtc, iniziata nel lontano 1978 con White Music, album importante che seppur legato ancora agli ultimi strascichi del punk, dimostrò già l’inedita sensibilità pop della band.
Guardandoci alle spalle, oggi, quello degli Xtc sembra un percorso graduale continuato sino al raggiungimento di un invidiabile equilibrio tra perfezione formale e dimensione emotiva della canzone, trasformatasi con loro in una piccola e preziosa opera degna del miglior artigiano, levigata e coccolata con le migliori cure.
Gli Xtc hanno vagliato le molteplici possibilità offerte dal formato con gran gusto, capacità e un sempre vivo senso dell’ironia nel citare e immaginare il ricco passato sonoro, sempre interpretato dal loro punto di vista.

XTC
Inutile sottolineare ancora quanto siano differenti le opere iniziali come Drums And Wires del 1979 o English Settlement del 1982 da Skylarking per esempio, la spinosa collaborazione della band con Todd Rundgren in regia datata 1986…
Nonostante gli ormai leggendari litigi, Skylarking fu un importante passo per il gruppo, che da questo momento acuì particolarmente l’interesse per arrangiamenti e produzione, strizzando l’occhio al Baroque Pop e alla Psichedelia degli anni sessanta, con riferimenti alle luccicanti sonorità di lavori come: Pet Sounds, Smile o Sgt.Pepper…
Arginati i dissapori in fase di realizzazione, va riconosciuto quanto la decisiva impronta di Rundgren conferì effettivamente un carattere unico a questo album squisitamente atemporale, segnando una nuova fase nella carriera del gruppo, ora più che mai legato a questo scorcio della nostra storia musicale, come dimostrarono anche il progetto parallelo The Dukes Of Stratosphear e i successivi album: Oranges And Lemons del 1989 e Nonsuch, pubblicato nel 1992.
Nel 1999, sette anni dopo, quando le speranze di un possibile ritorno sembravano ormai vane, Apple Venus Volume 1 arrivò improvvisamente con la sua misteriosa piuma di pavone su sfondo bianco… Difficile interpretare i messaggi dei riservati “artigiani” di Swindon, soprattutto in quel momento particolarmente delicato, dopo la rottura con la Virgin, storica casa discografica. Il progetto prevedeva inizialmente la realizzazione di un doppio album ma l’ipotesi fu presto accantonata optando per la pubblicazione di volumi separati, differenti per sonorità e contenuti.
Un primo, pubblicato nel febbraio del 1999 e un secondo Apple Venus Volume 2 (Wasp Star) più elettrico ed energico, distribuito l’anno successivo. l’opera completa, sarà riunita in seguito, nel 2005 come Apple Box insieme a Homespun e Homegrown, dischi con demos, provini e alternative takes tratte dai rispettivi lavori. All’ascolto, le canzoni di Apple Venus Volume 1, ora multiformi realtà a se stanti, riescono a racchiudere in quattro minuti una cangiante varietà di umori e soluzioni musicali, passando dalla persistenza ritmica di Steve Reich ai deliziosi quadretti in aroma di Penguin Cafe Orchestra, sino alle citazioni di Wilson e McCartney, in un climax organizzato minuziosamente. Questo album, rappresenta probabilmente il raggiungimento della piena maturità per gli Xtc, con arrangiamenti e componente orchestrale in prima linea ma mai invadente o eccessiva, tanto da potersi misurare con una strumentazione sostanzialmente acustica e molto delicata in un ottimo esperimento “Orchustic” usando un termine caro a Partridge. Le melodie profumano ancor più di Beach Boys, si coglie quel tipico incedere dell’orchestra caro a Wilson chiaramente percepibile in I Can’t Own Her, pezzo di indicibile bellezza, o nella conclusiva The Last Balloon, coronata da uno splendido assolo di tromba che trasporta il brano in atmosfere quasi metafisiche. Chiaro è anche il sempre vivo amore per l’imprinting melodico dei Beatles, rivisitato con sensibilità in Eastern Theatre e Frivolous Tonight, pregevolissima gemma firmata da Colin Moulding, bassista della band, qui ridotta a trio con Andy Partridge e Dave Gregory . I “piccoli quadretti” di questo lavoro, formalmente curatissimi e pregni di un irresistibile piglio eccentrico, non trascurano naturalmente anche piacevoli aromi minimalisti, come dimostra River Of Orchids per esempio. In definitiva, Apple Venus Volume 1 non è un’opera di nostalgico revival, ne cerca di imitare spudoratamente i modelli di riferimento, rappresenta invece il raggiungimento della meta, il punto di vista attuale e insuperato di musicisti dal talento non comune.