
Ultimate Spinach | Ultimate Spinach (1968)
Un lisergico viaggio nell'IO
“Avevo usato dell’ottimo LSD, mi guardai allo specchio e con un pennarello verde iniziai a tingermi il volto. Alla fine la mia faccia sembrava un fascio di spinaci, quindi pensai al nome Ultimate Spinach!”. Ian Bruce-Douglas, chitarrista e leader degli Ultimate Spinach.
Gli “Ultimate Spinach” fanno parte di quei gruppi psichedelici con notevoli influenze acid californiane, provenienti da Boston, riuniti dal produttore Alan Robert all’interno del cosiddetto “Bosstown Sound”, insieme ai Beacon Street Union e gli Orpheus. Il gruppo nasce dall’incontro tra Ian Bruce-Douglas e Barbara Hudson nel 1967, inizialmente con il nome di “The Underground Cinema”. Douglas è il leader e il perno principale, canta e suona l’armonica, la chitarra e le tastiere, Barbara Hudson è la voce femminile, Keith Lahtenein alla batteria, Geoff Winthrop alla chitarra ritmica e Richard Nese al basso. Il 6 gennaio del 1968 viene alla luce il loro album omonimo, quest’ultimo è interamente scandito da atmosfere misteriose create dal continuo uso dell’organo e dalle distorsioni della chitarra di Douglas. La band di Boston crea un concept album disarmista principalmente strumentale, ricordando molto i Jefferson Airplane e ispirandosi in alcuni casi anche a grandi compositori di musica classica (la citazione di Bach in Pamela o di Erik Satie in Sacrifice of the Moon).
La prima traccia del disco è “Ego Trip” che ha inizio con Douglas che crea un’ introduzione vocale, una sorta di preparazione all’ascolto, l’organo e la chitarra seguono la voce fino a quando la traccia non si tramuta nella lisergica strumentale “Sacrifice of the Moon”. Quest’ultima è divisa in 4 parti, ognuna della durata di un minuto, e ascoltandola si ha come la senzazione di entrare in una serie di stanze comunicanti ognuna con una tematica diversa. Seguono la spensierata “Plastic Raincoats / Hung-Up Minds” e “(Ballad of the) Hip Death Goddess“, senza ombra di dubbio la traccia migliore del disco. La chitarra di Douglas crea un ritmo ipnotico e ossessivo e Barbara Hudson mostra le sue doti vocali creando un clima paragonabile a un canto religioso della durata di poco più di 8 minuti, un canto martellante in cui la Hudson assume le sembianze di una sirena che attrae a se i marinai.
La traccia successiva è la sofferente “Your Head in Reeling” nella quale Douglas descrive le sue allucinazioni dovute all’assunzione di LSD e racconta i suoi incubi e l’angoscia che ne deriva. In “Dove In Hawk’s Clothing” il leader della band dimostra le sue notevoli capacità con l’organo confermando la sua forsennata ricerca verso sonorità distintive e particolari. “Baroque #1” è un chiaro tributo ai Country Joe and the Fish, tra le note della band di Boston infatti è presente “Section 43“. Seguono “Funny Freak Parade” e la conclusiva “Pamela” nella quale Douglas mette in mostra tutta la sua ammirazione per Johann Sebastian Bach. Il disco ottiene un discreto successo raggiugendo la trentaquattresima posizione della Billboard 200 e nel 2008 l’album viene collocato dalla rivista “Classic Rock magazine’s” nella lista dei 42 album psichedelici migliori di tutti i tempi.