
Tim Hecker | Ravedeath, 1972 (2011)
Miglior album 2011. Dal freddo dell'Islanda, il "gelido" ritorno di Tim Hecker
I corrieri cosmici tedeschi degli anni 70 hanno rappresentato, come sappiamo bene, una grande e innovativa esperienza musicale. Questa non può considerarsi conclusa grazie a tanti musicisti elettronici che hanno proseguito quell’esperienza con ottimi risultati.
Uno dei migliori musicisti elettronici contemporanei è sicuramente il giovane canadese Tim Hecker (classe 1974), oggi arrivato al suo sesto album, Ravedeath, 1972. Registrato in Islanda, all’interno di una chiesa (come già avevano fatto i Popol Vuh) Hecker propone atmosfere cupe, claustrofobiche, gelide (Into The fog) dotate di una capacità descrittiva e di una carica emotiva estrema. Sonorità a metà tra ambient, drone, noise, con molti momenti nebbiosi e pochi raggi di luce (In the air). Tim Hecker, con questo album, mostra di essere un musicista di primo livello nel panorama della musica elettronica; qui siamo probabilmente di fronte al suo lavoro migliore.
Nella copertina e nei video si vedono alcuni studenti che gettano un pianoforte da un balcone (Piano drop); perché tutto finisce, tutto si decompone, tutto cambia, anche la musica.