
Tangerine Dream | Phaedra (1974)
Ogni singolo suono diventa simbolo di quella nuova gestalt che i Tangerine Dream mostrano di voler vivere nei loro sogni elettronici
“La nostra è una lunga storia che può essere divisa in vari episodi. A parte le innovazioni tecnologiche, è come se avessimo tenuto in questi anni una specie di diario. Qualsiasi cosa siamo stati o abbiamo fatto, come individui o come gruppo, può essere letto in quello che abbiamo fatto sul palco o nei dischi. Ascoltare la nostra musica è come leggere la nostra storia, è un libro aperto“. Edgar Froese
In Germania, verso la fine degli anni ’60, molti movimenti musicali si erano sviluppati sull’onda dell’affermazione anche in quel paese della musica psichedelica di marca britannica, ed erano moltissimi i fenomeni culturali e musicali già usciti dalla fase embrionale, come ad esempio la corrente della “musica nuova” della scuola di Darmstadt. I tedeschi dovettero accorgersi che altrove, in Europa e nel mondo, si attingeva largamente all’opera di Karlheinz Stockhausen, che proprio in quegli anni stava sperimentando negli studi della Radio di Colonia, nuovi stilemi elettronici da inserire nella struttura dodecafonica del suo linguaggio musicale e delle sue opere.
Ernest Theodor Amadeus Hoffman, scrittore e musicista di epoca romantica, morto a Berlino nel 1822, d’altra parte, aveva fantasticato già in quegli anni lontani, di “una meccanica superiore in grado di cogliere i suoni più strani della natura” e di mescolare spirito umano e realtà in un tutto indifferenziato. Dobbiamo aspettare, tuttavia, i Tangerine Dream, all’alba degli anni ’70, per vedere la nascita della kosmische musik, la novità epocale che sanciva il superamento del rock psichedelico per una musica interamente elettronica che spostasse il focus del gesto creativo dal centro della mente alle più distanti scogliere degli spazi lontani.
Il gruppo nasce a Berlino ovest nel 1966 su iniziativa del chitarrista Edgar Froese, che nella prima line up veniva affiancato dal percussionista Klaus Schulze e dal tastierista Conrad Schnitzler. Froese viene avvicinato dal produttore Hans Ulrich Weigel, della Hansa Records e della Basf, i mezzi non sono molti ma si può cominciare. Rolf Ulrich Kaiser, un critico musicale dell’epoca, aveva coniato il termine musica cosmica, che sembrava definire al meglio il progetto musicale del gruppo. Il disco di esordio Electronic Meditation esce nel 1970, poi Alpha Centauri nel ’71, Zeit l’anno successivo ed il monumentale Atem nel 1973. In quell’anno la formazione era già profondamente rimaneggiata: solamente Froese non aveva mollato ed era affiancato adesso da Christopher Franke e Peter Baumann.
Alla fine del 1973 Edgar Froese si reca in Inghilterra dove incontra Richard Branson, l’allora ventunenne patron della Virgin Records nonchè proprietario e fondatore di The Manor Studio, studio di registrazione allestito in una casa patrizia situata nel villaggio di Shipton-on-Cherwell in Oxfordshire, ad un’ora di macchina da Londra e dotato delle più moderne tecnologie. I Tangerine Dream ottengono un contratto quinquennale per la casa discografica di Branson ed inizia così il loro periodo più fortunato, divenendo negli anni un vero e proprio fenomeno di culto.
Phaedra, registrato al The Manor nel dicembre 1973, vedrà la luce il 20 febbraio dell’anno successivo. La copertina che contiene un’immagine eterea ed astratta è una creazione della signora Monique Froese, moglie di Edgar, che lavorerà anche al movimento dei knob dei phaser elettronici nella seconda parte del missaggio delle tracce. Il disco è suddiviso in quattro parti: la suite Phaedra ed il brano Movements of a Visionary sono opera del gruppo, Mysterious Semblance at the Strand of Nightmares è un brano registrato dal solo Froese. Sequent ‘C’ il brano che chiude l’album, è opera del solo Peter Baumann. Troviamo Edgar Froese al Mellotron, chitarra basso, sintetizzatore VCS3, organo elettrico; Christopher Franke, Sintetizzatore Moog, tastiere, VCS3 Synthi-A; Peter Baumann, Organo elettrico, piano elettrico, VCS3 Synthi-A, flauto.
Phaedra: è una lunga suite di circa 17 minuti, che si apre con una intro crepuscolare che si scioglie presto in un crescendo di bassi a struttura circolare ipnotica; l’energia cresce in modo costante e su questo drappeggio si sviluppa la trama delicata dei synth ad evocare una scintillante malìa. Tutto di nuovo si affievolisce per tornare a quel crepuscolo iniziale di un mondo azzurro ed iperboreo: si intrecciano apparizioni velate, quasi ricordi di un passato carnale perduto, con voci potenti che ci raggiungono da pianure sideree sconfinate. Frullare fuggevole di ali sconosciute, attraversiamo foreste notturne con presenze che compaiono al limite del campo visivo senza mai mostrarsi veramente… ogni singolo suono diventa simbolo di quella nuova gestalt che i Tangerine Dream mostrano di voler vivere nei loro sogni elettronici. Il brano si avvia scarno eppure maestoso verso un finale in cui dal silenzio fattosi improvviso sorgono voci e grida di bambini che giocano, ultimo enigma sorridente.
Mysterious Semblance at the Strand of Nightmares: brano struggente e sabbioso, agitato dal vento generato dai moog che s’impiglia tra le onde di un mare lontano; la risacca elettronica leviga la sabbia e lava i ricordi… il piano di Baumann aleggia leggero e poi sfuma, il mellotron si fa silenzioso lasciando che quel vento, che copre ogni cosa, vada ad unirsi alle oscillazioni del VCS3. La parte centrale non è priva di tensione ma prevale l’enfasi del racconto straordinario, ricco di misteri ancestrali. Esecuzione al mellotron di rara fattura.
Movements of a Visionary: quasi un volo di insetti la voce labile di Baumann mescolata con quella del synth, un brano dall’attacco sperimentale che si apre ad una veloce sequenza di note del moog di Franke. Froese ci mette dentro delle note di organo dalle tonalità sacrali che si trasfigurano nei riverberi lignei del piano di Baumann che emerge per nascondersi di nuovo dietro il drappeggio sequenziale del moog. L’organo ripete le sue note fino alla fine insieme con lo spicinio di un piccolo scacciaspiriti.
Sequent ‘C’ è il brano che chiude l’album, composto e suonato dal solo Baumann. Breve, poco più di due minuti, con un flauto che esegue una melodia su cui ne viene costruita un’altra, quasi un’ipotesi di contrappunto, solo un’intenzione malinconica e dolente.
Phaedra si conclude così, lasciandosi trascolorare nella nostra anima fino a dissolversi.