
Tangerine Dream | Electronic Meditation (1970)
Albori di visioni cosmiche. La macabra immagine di una bambola decapitata segna i primi passi di una musica che ambisce ad essere cosmica
“Se pensate di conoscere il rock’n’roll senza aver mai sentito questo disco, siete pazzi”. Julian Cope in Krautrocksampler.
Electronic Meditation, l’album d’esordio del gruppo emblema stesso della musica cosmica, può essere considerato il perfetto punto di congiunzione tra la psichedelia più estrema e dilatata e la nascita della Kosmische Musik. Prima c’erano stati i Psy Free, gruppo psichedelico senza compromessi che improvvisava e sperimentava a Berlino Ovest una psichedelia free/form di cui però non abbiamo registrazioni. Poi, dopo vari concerti e incontri stravaganti (Froese e Salvador Dali), si giunge alla nascita dei Tangerine Dream, che esordiscono nel 1970 con Electronic Meditation. Un album che ai contemporanei dovette dare l’idea di sentir suonare insieme un Syd Barrett meno stralunato alla chitarra, una Maureen Tucker (Velvet Underground) completamente strafatta alla batteria con una serie di strumenti quali violoncelli, violini suonati da un compositore d’avanguardia fatto fuori da ogni tipo di accademia. Nella prima formazione dei Tangerine Dream c’erano l’immancabile Edgar Froese (chitarra), il leggendario futuro maestro dell’elettronica Klaus Schulze, qui alle prese con le percussioni, e Conrad Schnitzler (violoncello, violino) che ritroveremo nei Cluster.
La sensazione che lascia, fin dal primo ascolto, Electronic Meditation è di assoluto libertà, la parola free assume lo stesso valore che aveva assunto in Texas con Parable of Arable Land dei Red Crayola. Sarà pure un album di transizione verso quello che poi diventeranno i Tangerine Dream, ma la forza e la spinta liberatoria espressa supera quella delle più ardite jam psichedeliche che si erano sentite fino a quel momento, si va anche oltre il Sacerful of Secrets dei Pink Floyd a cui viene accostato, forse in modo frettoloso. Non credo si possano paragonare i perfezionisti Waters e Gilmour con le estreme improvvisazioni dei primi Tangerine Dream, non si possono paragonare la batteria di Mason con le percussioni di Schulze, la chitarra di Froese con quella di Gilmour, sono mondi totalmente diversi. Proprio Schulze è una delle sorprese dell’album, le sue percussioni sono davvero incredibili, sembrano suonate da un pazzo esaltato in preda a convulsioni epilettiche. Ma le sorprese non finiscono qui, infatti, a scapito del titolo, l’elettronica è spesso messa da parte per far posto a strumenti acustici come flauti, violini e violoncelli, come ad esempio accade nel primo brano Genesis, dove sono proprio i violoncelli e i flauti a ricreare questi primi suoni che ambiscono a diventare cosmici.
Dopo la breve introduzione di Genesis si giunge al punto più alto, l’incredibile psichedelia cosmica di Journey Through a Burning Brain, uno dei brani dove la parola free assume il suo significato letterario; la scorribanda finale tra la chitarra di Froese e le percussioni di Schulze è una delle pagine più alte e autentiche del krautrock più psichedelico. In un certo senso vengono portate alle estreme conseguenze, almeno fino quel momento, le intuizioni che la psichedelia americana e britannica aveva finora espresso.
Non da meno è Cold Smoke, dove Schulze domina con le sue furiose percussioni per poi lasciare spazio ad un secondo viaggio nel caos totale, un turbinio senza tregua di suoni free-form che sembrano gridare la parola Libertà! Pura sperimentazione e tenace rivendicazione della propria libertà artistica.
Ashes to Ashes è un altro brano psichedelico, stavolta più breve, che continua sulla strada dei feedback di chitarra, mentre il finale Resurrection riprende l’iniziale Genesis.
Electronic Meditation è stato un inno alla sperimentazione più pura, il seme della musica cosmica era stato piantato, Alpha Centauri stava arrivando.