
Steve Hillage | Fish Rising (1975)
Il salmone, guida alla ricerca del Sacro Mistero
Tra il 1974 e il 1975 i Gong sono un periodo di crisi a causa della dipartita dei due membri fondatori: Daevid Allen e Gilli Smyth, entrambi diretti a Deya. Già negli ultimi mesi del 1974 il chitarrista Steve Hillage entra in studio per registrare il suo primo album solista insieme a tutta la formazione dei Gong, ad eccezione dei due compagni. Nel 1975 Fish Rising è pubblicato sotto l’etichetta Virgin Records.
Formazione – Steve Hillage: voce, chitarra, effetti; Miquette Giraudy: voce, sintetizzatori; Dave Stewart: organo, piano; Mike Howlett: basso elettrico; Pierre Moerlen: batteria, percussioni; Tim Blake: sintetizzatori, tamboura; Didier Malherbe: sassofono, flauto traverso; Lindsay Cooper: fagotto.
Basato su un immaginario fluviale e mitico, con testi intrisi di buddhismo Zen (e legato alle nascenti tematiche New Age, tanto nella corrente di pensiero quanto nelle scelte stilistiche musicali), incentrato sulla figura del salmone, simbolo della Saggezza e guida alla rivelazione del Sacro Mistero, Fish Rising è un piccolo gioiello che splende tra le tante pubblicazioni discografiche del periodo che succede il disbando dei Gong.
Proprio alla comune Hillage guarda nella prima sezione della Solar Musick Suite, che costituisce il perfetto connubio del suo personalissimo stile compositivo e tecnico maturato nel corso degli anni e della biennale esperienza al fianco di Daevid Allen e soci, impreziosita dai sintetizzatori di Miquette Giraudy memore dei vocalizzi di Gilli Smyth. L’apertura completamente strumentale riecheggia invece le partiture dei Khan, con un cambio di tempo improvviso che vira la rotta del brano in un jazz-funk in crescendo di intensità. Il piano elettrico di Dave Stewart funge da tappeto jazz nella seconda, aggressiva, sezione Hiram Afterglid, e sempre a lui è affidato il primo assolo, stavolta con l’organo elettrico. La seguente cavalcata incredibilmente veloce e spettacolare è debitrice della Mahavishnu Orchestra di John McLaughlin. Infine la musica si fa quieta e torna da dove ha mosso i primi passi.
Una versione embrionale di questa suite (ma contenente già tutti gli spunti del suo rendimento in studio) è rintracciabile in una registrazione non ufficiale dei Gong: un live a Oslo del 1974, con Allen ancora in formazione e la batteria di Bill Bruford, appena congedato dai King Crimson.
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A Fish, un jazz-funk sbilenco che emerge da scrosci d’acqua imitati dai sintetizzatori, segue Meditation of the Snake, composizione breve per sola chitarra con ammassi di effetti delay e echo, interessante sviluppo dell’idea incisa nella Castle in the Clouds contenuta in Angels Egg e più vicina alla scuola berlinese, che stava pubblicando i primi capolavori in quegli anni e alla quale Hillage continuerà ad essere legato, vista l’amicizia con Manuel Göttsching.
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Si torna a un assetto rock con The Salmon Song, incalzante brano guidato da un riff che si imprime facilmente nella memoria e comprensivo di una parte più distesa nella quale si inserisce con raffinatezza il fagotto di Lindsay Cooper. È la canzone-manifesto dell’album, ed è stata più volte utilizzata da Hillage in apertura ai suoi live.
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La conclusiva Aftaglid è il brano più schizofrenico del disco. La chitarra di Hillage è presente in dosi massicce: pulita e pacata nella prima sezione, con brevi fraseggi ricamati uno sopra l’altro, distorta e con delay nella seconda, improvvisa, apertura hard-psych. Un repentino cambio di tempo di breve durata funge da stacco per la terza, calma, sezione che vede Hillage, impegnato alla chitarra semiacustica, interagire con i sintetizzatori. Le scale melodiche occidentali sono lentamente sostituite da scale indiane. Il tappeto sonoro è affidato alle percussioni di Pierre Moerlen e al tamboura suonato da Tim Blake, con voci subacquee e phaser. Seguono una brusca entrata hard-funk guidata dall’incalzante basso di Mike Howlett e da Hillage (distorsione e delay sempre presenti) e la penultima sezione psych-rock, con clapping e un intenso assolo. Infine, Hillage e la sua partner Giraudy salutano dolcemente e in solitudine l’ascoltatore, come ad annunciare il raggiungimento dell’equilibrio mistico.
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