
Perigeo | Abbiamo Tutti Un Blues Da Piangere (1973)
L'elegante jazz-rock italiano
Corre l’anno 1973, un anno che segnerà in maniera positiva il destino di molte band. Infatti, in quest’anno verranno alla luce album come The Dark Side Of The Moon – Pink Floyd; Lark’s Tongues in Aspic – King Crimson; In A Glass House – Gentle Giant ecc. mentre sul versante italiano Felona e Sorona – Le Orme e Io Sono Nato Libero – Banco Del Mutuo Soccorso giusto per citarne alcuni.
Qui in Italia, finita l’era beat, assistiamo alla crescita del progressive ma non manca chi, oltre che guardare all’Inghilterra, guarda anche dall’altra parte dell’Atlantico.
Tra questi vari gruppi spiccano i Perigeo. Cinque ragazzi fans di Davis e dalle grandi doti tecniche che si faranno conoscere, non solo in Italia, per la loro interpretazione di un jazz-rock vivo, animato e mai freddo. Il loro successo è tale che li porterà in concerto anche con i Weather Report, ai quali, insieme al Miles Davis di Bitches Brew si ispirano per sonorità.
Anche loro dopo aver esordito con Azimut, album dai tratti in parte crimsoniani che li aveva introdotti nella scena fusion, nel ’73 tirano fuori probabilmente il loro album di punta, senz’altro per tecnica e stile, Abbiamo Tutti Un Blues Da Piangere. Questo loro secondo lavoro si distingue per gli ottimi arrangiamenti ed una maggiore ricercatezza che già traspare dalla copertina in stile metafisico disegnata da Dario Campanile.
Un introduzione di piano, che sembra partire da lontano, sul quale si innalza la voce di Giovanni Tommaso, così si apre Abbiamo Tutti Un Blues Da Piangere. Un alone magico inizia a circondare l’ascoltatore e dall’atmosfera rarefatta iniziano a concretizzarsi pian piano i vari strumenti. Si nota subito una ritmica molto presente e dinamica ma che non mette mai da parte l’eleganza, un piano molto ispirato, di chiaro stampo jazzistico (Monk su tutti), tesse tappeti di note che avvolgono gli altri suoni e non lasciano buchi. Chitarra sempre perfettamente equilibrata e mai troppo invadente. Le lunghe note del sax malinconico ed i vocalizzi, vero e proprio strumento aggiunto, fanno viaggiare la mente dell’ascoltatore attraverso spazi aperti. Un susseguirsi di melodie ed assoli da parte di tutti gli strumenti, cambi di tempo e parti di pura improvvisazione.
Formazione:
_ Giovanni Tommaso: voce; basso elettrico, contrabbasso.
_ Franco D’Andrea: pianoforte; tastiere.
_ Claudio Fasoli: Sassofono.
_ Tony Sidney: chitarra.
_ Bruno Biriaco: batteria; percussioni.