
Paddy McAloon | I Trawl The Megahertz (2003)
Ritratti e confessioni di un artista...
Negli anni settanta, un giovanissimo ragazzo di Consett, nella contea di Durham, iniziò a strimpellare la chitarra innamorato di Bowie, Beatles e Bolan. A diciotto anni abbandonò il seminario cattolico che frequentava nella città natale per dedicarsi totalmente alla musica. Scrisse in solitudine molti brani, affascinato in particolare dalla composizione Pop, intesa come arte varia e multiforme, con un occhio di riguardo per McCartney, Wilson e Bacharach. Dopo un periodo difficile, Paddy non tralasciò comunque il suo obiettivo, suonando le proprie composizioni insieme al fratello Martin e lavorando. L’incontro con Wendy Smith fu cruciale per la nascita dei Prefab Sprout; la sua voce delicata e dolce, si fondeva a perfezione con quella di McAloon. Il primo singolo:” Lions In My Own Garden (Exit Someone)” e il rapporto prima, con la personale Candle Records e poi, con la Kitchenware Label, furono il vero inizio… Tra i vari episodi di pregevole artigianato musicale firmati dalla band, purtroppo, si tende a ricordare soprattutto il solo Steve McQueen… Alle soglie del 2000, Paddy decise di dedicarsi a un progetto personale, in realtà, un capitolo isolato e molto differente dalla produzione del gruppo; nello stesso periodo, un problema di salute gli causò una cecità temporanea che lo costrinse forzatamente a cambiare stile di vita. Non potendo leggere o lavorare normalmente, si dedicò all’ascolto di talk show radiofonici e documentari.

Paddy McAloon
Proprio questo fu lo stimolo iniziale per il nuovo lavoro: “Utilizzare materiali “trovati”, frammenti e sezioni di dialoghi per creare qualcosa di più complesso…Un “Radio Play”, uno Short Movie, a cui associare musiche e ulteriori testi personalmente ideati. La voce di Yvonne Connors, una broker americana, venne utilizzata nella Title track. Inizialmente le musiche furono composte sul computer di McAloon per poi essere registrate con una vera orchestra.
L’album percorre traiettorie davvero peculiari e difficilmente definibili. La modalità d’approccio musicale, rimanda in parte ai lavori di Steve Reich, (si pensi a Different Trains, o Daniel Variations) per l’utilizzo di materiali vocali e nastri completamente inscritti nel tessuto musicale. I’m 49 di McAloon o I Trawl the Megahertz, utilizzano lo stesso principio Reichiano, ponendolo però in una singolare ambientazione, dove Bacharach e Wilson, convivono pacificamene con Gavin Bryars e Steve Reich. I pregi di quest’album sono proprio la piacevole fluidità e l’essenza pop sapientemente contaminata, con un occhio di riguardo per l’aspetto emozionale mai trascurato. In definitiva, un ottimo lavoro orchestrale scritto da un vero musicista, che non dimentica comunque la sua spiccata vena melodica dimostrando una personalità sonora piuttosto unica.
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