
Osanna | Palepoli (1973)
Uno dei più grandi album di progressive italiano cui seguirà uno spettacolare tour che, tra mimi, attori e musicisti, fu un capolavoro dell'underground italiano
Gli Osanna sono stati il gruppo principale della variegata scena napoletana degli anni settanta e i più importanti di tutta la scena italiana insieme ai Banco del Mutuo Soccorso e ai PFM. Capitanati dagli ex Città frontale Lino Vairetti (voce) e Danilo Rustici (chitarra solista), fratello di Corrado dei Cervello, hanno rappresentato con estrema autorevolezza, il meglio di quel progressive dalle sonorità etniche-mediterranee che in quegli anni si era sviluppato in Campania. Il loro terzo album, Palepoli, è senz’altro il loro capolavoro. La sua complessità, la grande influenza del jazz, l’uso diffuso del mellotron suonato in modo da ricordare Fripp, le sonorità crimsoniane, l’alternarsi continuo di stili e ritmi, lo rendono una pagina ineguagliata del progressive italiano ed europeo. Furono tra i primissimi a tingersi i volti durante gli spettacoli live, si dice che Peter Gabriel, da sempre interessato al progressive italiano, fece lo stesso proprio dopo aver visto gli Osanna. I loro concerti erano un splendida unione di musica e rappresentazione teatrale, che con mimi e attori ha rappresentato una pagina unica della scena underground italiana.
Gli Osanna prendono una decisione che è tipica del progressive internazionale di quegli anni, dividere l’album in due lunghe suite, una per ogni lato del vinile, Oro Caldo e Animale senza respiro. Il risultato è Palepoli, un prodotto estremamente innovativo che non ha eguali in Italia. Gli Osanna riescono però a unire innovazione e tradizione, la musica è nuova ma i testi parlano di un ritorno ai vecchi valori esistenti in una antica città immaginaria, Palepoli appunto, dove l’amicizia, l’uguaglianza e il rispetto per gli altri non si sono perduti come invece è successo nelle città moderne.
Col primo brano Oro Caldo, si ha subito l’impressione di trovarsi in un mercato napoletano, poi si continua con arpeggi di chitarra, con mellotron crimsoniani (dal minuto 8.30) fino a momenti hard rock accompagnati dal bellissimo flauto di Elio D’Anna cui segue un breve intermezzo blues. Gli Osanna possono suonare di tutto senza mai scadere. Il testo è la descrizione della loro città ideale che ormai non esiste più, la città dove non è ancora avvenuta quella “mutazione antropologica” di cui Pasolini parlava nei suoi Scritti Corsari. L’uomo è ancora tale, le sue virtù non vengono ancora misurate in denaro, è un essere umano non ancora trasformato in mero “consumatore” dalla nuova ideologia imperante del moderno capitalismo.
Folle di bimbi avidi, case con donne gravide, giochi e mestieri d’uomini,
l’ilarità di un Pulcinella. Cerca se puoi, dentro Palepoli, la realtà di una età senza noi, senza poi…
Dopo un breve intermezzo (Stanza Città), ecco la seconda suite, Animale senza Respiro. Qui appare più evidente l’influenza dei primissimi King Crimson, in particolare lo noterete dal quinto minuto. Con frenetici cambi di ritmi e generi gli Osanna descrivono l’animale senza respiro. Esso è l’uomo nuovo, quello che Friedrich Nietzsche chiama L’ultimo Uomo, l’uomo che sa che Dio è morto e ha come solo interesse il suo personale tornaconto. E’ il prodotto della nuova società ultracapitalista che non guarda più al bene comune ma che, solo nel profitto personale e nell’edonismo più sfrenato, trova gratificazione. Nulla che Pasolini non avesse già detto, ma questo messaggio è ancor più attuale oggi che negli anni in cui venne scritto.
Hai distrutto la mia età,la mia forza è vuota. Animale!
Utopia di civiltà, pioggia di viltà, hai creato.
Brucerai. Animale brucerai.
Le mani tenderai ma l’odio che tu hai, non morirà, non morirà.
Animale senza più respiro, con la morte già sul volto tuo.
Prega la tua ora nel silenzio per l’inferno che hai creato.
Palepoli è un album complesso ed estremamente ambizioso, in Italia non si è mai sentito nulla del genere.