
Mike Oldfield | Tubular Beats (2013)
Il punto più basso raggiunto da Mike Oldfield, indifendibile da ogni punto di vista.
Ascoltare per intero Tubular Beats è un’operazione che richiede molta fatica e pazienza. La pazienza è necessaria visto che si capisce già dopo pochi secondi quanto quello che ci attende non prometta nulla di buono, la fatica perchè settantatre minuti di musica dance tutti uguali a se stessi sono davvero difficili da digerire. Devo essere sincero, io non sono riuscito nel’impresa, questa è risultata molto al di là delle mie capacità. Ascoltati i primi secondi si è già ascoltato tutto, il continuo reiterarsi di suoni sempre uguali a se stessi, tutti banali, stucchevoli, ammiccanti al vastissimo pubblico che non sa nulla della storia di Mike Oldfield, di Tubular Bells e di Canterbury non può che irritare chi come me questa storia la conosce e l’ha amata. Personalmente ho rinunciato dopo non molto in modo davvero infastidito, in quanto ho capito subito quanto l’ascolto di Tubular Beats sia davvero poco utile, una vera e propria perdita di tempo.
L’unica domanda che mi voglio porre è perchè? Perchè un’artista affermato come Mike Oldfield, che ha pubblicato almeno 3-4 album di grandissimo valore (Tubular Bells, Hergest Ridge, Ommadawn, Amarok, Incantations) ha sentito il bisogno, nell’arco della sua carriera, di sfruttare commercialmente, nei modi più svariati, il successo del suo primo album? Prima c’erano stati il deludente “The Orchestral Tubular Bells” (1975), “Tubular Bells II” (1992), “Tubular Bells III” (1998), poi “The millenium Bell” (1999) e infine “Tubular Bells 2003″. Se questi album avevano certamente uno scopo primariamente commerciale ma mantenevano comunque uno standard almeno sufficiente, col nuovo Tubular Beats siamo davvero al baratro. Non so se Mike Oldfield abbia pubblicato quest’album costretto dalla casa discografica, se per bisogno di soldi, se plagiato dall’amico York, quello che so è che Tubular Beats è francamente inascoltabile per chi ha apprezzato Mike negli anni settanta. Per alleggerire la sua posizione c’è da dire che l’album è più di Torsten Stenzel York, ma Mike ci mette il nome e tanto basta. Altra cosa da dire è che Oldfield ci ha già abituato a queste improvvise svolte commerciali, questa è solo l’ultima ma forse la più sfacciata. Ad ogni modo, credo che Tubular Beats meriti senz’altro il premio come peggior disco del 2013 e da un gigante come Mike Oldfied non era lecito aspettarselo.