
Max Fuschetto | Popular Games (2010)
Musica senza frontiere che supera confini e limiti. Già presente nella natura stessa, non creata ma "scoperta", udita mentre viene trasportata dai venti
Il concetto di musica delle origini, musica dei primi uomini, insita nella nostra natura umana, o addirittura spingendosi ancora più in là, “mai nata”, già presente nella natura stessa, mi balena in testa da tempo. A farmela entrare prepotentemente è stato il mio amico Antonello Cresti nel suo primo volume di Solchi Sperimentali, dove viene usata l’accezione di musica pre-umana riferendosi al compositore Lino Capra Vaccina e in particolare al suo primo album solista “Antico Adagio“. Ne abbiamo parlato anche qui ma il concetto può essere riferibile a vari musicisti. Ascoltando Popular Games e il successivo Sun Na di Max Fuschetto, che abbiamo già avuto il piacere di conoscere qui, l’idea mi è subito tornata in mente, ma stavolta leggendo le parole stesse di Fuschetto nel libretto interno del cd ho avuto la piacevolissima sorpresa di non sentirmi un matto visionario ma di trovare inaspettatamente conferma. Max Fuschetto scrive: “Ho sempre ascoltato musica, ma vivendo lontano dalle sue strade maestre è come se essa arrivasse a me casualmente, come trasportata dai venti. E io la seguivo, come si guardando le nuvole. Si mostrava evanescente, come uno spirito. Da un certo momento in poi ne ho avvertito la presenza“.
In queste bellissime parole c’è tutto; una musica che deve essere semplicemente colta, non creata, già presente anche se invisibile come un fantasma. Il musicista è colui che ha orecchie e “cuore” per ascoltare e riprodurre quello che è già “nell’aria”, in un certo senso la colonna sonora della nostra vita, della nostra genesi, della natura che ci circonda. Quest’idea non sembrerebbe distaccarsi troppo dalla letteratura di Emile Zola, dove il romanzo è già scritto; lo scrittore deve solo osservare e descrivere nel modo più fedele possibile quello che è già davanti ai suoi occhi, ma che solo lui è in grado di vedere e descrivere.

Max Fuschetto
Il percorso intrapreso da Fuschetto è sovrapponibile a quello del successivo Sun Na; trovare un punto di congiunzione tra musica popolare e musica colta, tra musica etnica e avangurdia, tra oriente e occidente. Appunto musica che abbatte muri, siano essi geografici o di genere. Il primo brano “A Sud delle nuvole” da proprio l’impressione di musica già presente nella nostra mente, basterebbe chiudere gli occhi per poterla ascoltare. Il morbido piano di “Yee Moon Ye Lo” è suonato dal maestro Girolamo De Simone (presente anche nella successiva “Bianco su Nero”), mentre “Yee Moon Ye Lo Reprise” appare come un breve scherzo gioioso e divertente.
Troviamo la splendida voce di Antonella Pelilli in “Valle Valle” e in “Portami con te” entrambe cantate in lingua Arbëreshë, mentre nella successiva “Frase Rem” l’inizio è affidato a un delicato pattern minimalista ripetuto su cui si fa spazio la voce di Daniela Polito; è impossibile non sentire i richiami di Terry Riley.
“Saltarello” nasce da una danza tradizionale dell’Appennino e introduce ancora un pattern ripetitivo ma stavolta più ipnotico e inquieto; uno di quei brani che potrebbe durare all’infinito ripetendosi senza stancare mai. Troviamo la voce di Irvin Vairetti in “Harsh Voices” dove stavolta sono le percussioni a creare un ipnotico substrato di sottofondo. Il finale “Bill’s Mood” è un personale ricordo di Bill Evans, dove, seppur presenti chiari riferimenti jazz, non ci si discosta dalla musica senza confini – come direbbe De Simone, Senza Frontiere – ricreata da Max Fuschetto.
La lista dei brani dell’album:
- A Sud Delle nuvole
- Yee Moon Ye Lo
- Yee Moon Ye Lo Reprise
- Valle Valle
- Frase rem
- Bianco Su Nero
- Portami Con Te
- Canzone Del Nord
- Beat Of Blue
- Harsh Voices
- Saltarello
- Bill’s Mood