
Lou Reed e Metallica | Lulu (2011)
Il destino ha voluto che questo fosse l'ultimo lavoro di Lou Reed, un album incompreso, odiato e bistrattato ma a cui il tempo darà ragione
Il destino ha voluto che Lulu fosse l’ultimo album di Lou Reed, un album che sembra esulare del tutto dalla sua carriera, un estraneo nella sua lunga discografia ma che è in effetti un tentativo estremamente coraggioso di cambiare, stupire, meravigliare. Lulu è un cupo viaggio nell’incubo, nella corruzione morale, nella violenza sia fisica che psicologica, una favola nera, tanto nera da risultare a tratti disturbante ma mai banale. Alla fine è un album molto più tipico di Lou Reed di quanto non possa sembrare ad un primo impatto. L’accoglienza da parte dei critici e degli ascoltatori è stata devastante, non credo di avere mai visto un odio tanto feroce e preconcetto come quello che è stato riservato a Lulu, si è persino arrivati alle minacce di morte a Lou Reed da parte di fan dei Metallica. Se questo poteva essere atteso dagli ascoltatori fanatici della musica metal, molto spesso integralisti e totalmente incapaci di comprendere la diversità, l’altro da sè, la stessa cosa stupisce maggiormente se si pensa a varie riviste musicali che si sono avventate sull’album con la stessa grazia di un lupo affamato sulla sua preda.
Perchè tanto odio? Io credo che l’odio viene riversato verso tutto ciò che non si comprende, verso quello che non è consono a ciò che ci si aspetta, a ciò a cui si è abituati. Da questo punto di vista Lulu è un bersaglio facile, è un album difficile da classificare e comprendere dato in pasto a milioni di fan integralisti abituati a cercare sempre rassicuranti conferme ogni qualvolta ascoltano un nuovo album. Questo è un ottimo motivo per amare Lulu. Ecco alcuni esempi: Pitchfork con un voto di 1/10 (voto più unico che raro) scrive: “Per tutta l’ilarità che dovrebbe derivarne, Lulu è un fallimento frustrante, Lou Reed e i Metallica mostrano il consueto disprezzo per i loro fan”, il sito italiano Storia della Musica conferma la stessa linea con un 2/10: “Loutallica è un disastro, un naufragio, una Caporetto, una vergogna”, la rivista italiana Il Mucchio Selvaggio scrive che più che un evento artistico è un evento mediatico. Se poi andiamo nei siti specializzati in musica metal si arriva a veri e propri insulti personali che è inutile, oltre che ingiusto, riferire. Da tutto questo posso affermare con certezza assoluta quanto la cultura musicale dei Metallica sia infinitamente superiore a quella dei loro fan, ma probabilmente non ci voleva molto. A onor del vero devo però dire che i due migliori siti italiani, Ondarock e Sentireascoltare salvano l’album con due buone recensioni.
Lulu è un concept album, un’opera rock che come tale non dovrebbe essere giudicata se non insieme ai suoi testi. Lou Reed trae ispirazione dall’opera omonima del drammaturgo tedesco Alban Berg, allievo di Arnold Schönberg, uno dei compositori più originali del ventesimo secolo. Berg a sua volta aveva preso spunto da due opere di Frank Wedekind, “Lo spirito della terra” e “Il vaso di Pandora”. L’opera ha una trama estremamente complicata, caratterizzata da una violenza e da una crudeltà che negli anni in cui uscì dovette sembrare inusitata. Riassumendo al massimo si può dire che Lulu sia l’emblema della donna fatale, una donna bellissima cosciente di esserlo che usa il sesso in modo spregiudicato per cercare di manipolare e raggirare gli uomini per avere successo, denaro e scalare i gradini della società. A sua volta è però usata da uomini falsi e crudeli che vogliono possederla come fosse un oggetto. Tra matrimoni falliti, inganni, amori sadici, omicidi e complicatissimi colpi di scena si arriva al tragico finale, la terribile morte di Lulu per mano di Jack Lo Squartatore (la reincarnazione di uno dei suoi uomini). Lulu è una moderna Venus in Furs a cui Lou Reed dedica dieci poesie. E’ anche l’emblema di una donna che vuole emanciparsi, che vuole essere libera di vivere come preferisce in un’epoca in cui questo alle donne non è ancora consentito.
La storia inizia in Germania col brano Brandenburg Gate dove c’è l’ingresso della protagonista, ancora piccola ragazza di paese. Lulu sogna i divi del cinema e inizia a sperare nel suo riscatto, a qualsiasi costo (Mi amputerei le gambe e le tette quando penso a Boris Karloff e Kinski nel buio della luna). Ad una chitarra acustica di Lou Reed seguono i Metallica in un brano semplice e poetico, che descrive appunto una Lulu ancora ingenua ed infantile.
The View è uno dei brani metal dell’album. Nonostante questo non ha avuto alcun successo tra i “metallari” in quanto la voce di Lou Reed stravolge a tal punto la struttura classica metal da renderlo irriconoscibile e insopportabile ai fan dei Metallica che reagiranno con odio. The View è la descrizione del cambiamento di Lulu, non più una semplice ragazzina in cerca di nuove opportunità bensi una vera Venus in Furs o magari una Femme Fatale cosciente dei suoi mezzi, “io sono la verità, la bellezza che ti fa andare oltre i tuoi sacri limiti, io sono la radice, il progresso, io sono l’aggressore, io sono la tavola, queste dieci favole”. La tavola nel senso delle tavole della legge, le dieci favole sono i dieci comandamenti rigettati come fossero appunto solo favolette per bambini. Lulu è sicura di se, la sua ambizione cresce a dismisura.
Col terzo brano Pumping Blood si giunge alla fine della storia, cioè alla morte della protagonista. Lulu si ritrova in una lugubre soffitta e incontra Jack lo Squartatore, reincarnazione di uno dei protagonisti dell’opera in cerca di vendetta. Si inizia con violini che ricordano quelli di John Cale. Una lunga nota tagliente come le lame di Jack che trafiggono le carni di Lulu accompagna tutto il pezzo. E’ un brano durissimo, quello dove si uniscono meglio i Metallica con i Velvet Underground, anche questo criticato e odiato appunto perchè diverso, spaesante ed angosciante. Dopo un’iniziale resistenza Lulu si arrende e si rende conto che la sua forza è solo apparente, il suo sangue che sgorga è uguale a quello di chiunque altro, morirà come un qualunque essere umano (come un’impiegata statale), non basteranno a salvarla le sue ultime disperate suppliche.
Ancora metal duro con Mistress Dread. La Padrona Terrore è ovviamente Lulu, qui si esamina un altro aspetto della sua personalità, il rapporto violento e sadico che ha con gli uomini, li domina come fossero schiavi, i testi riprendono vagamente Venus in Furs dei Velvet Underground. La parte migliore sta alla fine, dal sesto minuto velocissimi riff di chitarra sono interrotti da un organo di sottofondo.
Iced Honey è un pezzo tipico di Lou Reed con l’unica differenza che ad accompagnarlo ci sono i Metallica. Musicalmente il brano funziona ma non c’è molto da dire, si continua nella descrizione della protagonista. Lulu è una bellezza di ghiaccio (Iced Honey), bella fuori ma glaciale e priva di sentimenti dentro.
Cheat on Me è introdotta da un drone di poche note accompagnato prima da violini, poi da rumori distorti. L’inizio è nettamente superiore al finale che convince poco con i suoi cori sovrapposti di Reed e Hatfield. Lulu è descritta come una traditrice ma si giustifica dicendo “sarò giovane una volta sola, voglio provare tutto e divertirmi, voglio amanti come se piovesse”, alla fine però non è felice in quanto per lei il sesso è solo uno strumento di potere, non un piacere.
L’ultimo brano metal è Frustation. Qui il protagonista è il Dr. Schön, l’amante di Lulu, l’uomo che l’ha salvata dalla strada e che vorrebbe averla tutta per sè, ma il suo è solo un sogno irrealizzabile in quanto Lulu non potrà mai essere di un solo uomo. Il suo sentimento è quindi la frustrazione, un sentimento che contiene in sè sia l’amore che l’odio, da qui nascono le sue parole contraddittorie, “Vorrei poterti uccidere amo i tuoi occhi, Desidero così tanto farti del male, sposami, ti voglio come moglie”.
Con Little Dog si cambia completamente registro, un clima lento e decadente continua descrivere i rapporti sadomaso di Lulu con gli uomini. Lei è la padrona, gli uomini sono i cagnolini che devono ubbidire (piccolo cane patetico, i soldi possono tutto). Le chitarre psichedeliche, accompagnate dall’acustica di Reed, sono totalmente anomale per i Metallica e non possono che spiazzare i loro fan.
L’inizio di Dragon è quasi d’avanguardia, anche i qui i Metallica mostrano un coraggio fuori dal comune. Il riff viene costruito lentamente tra rumori, distorsioni e droni. Il lungo riff ripetuto fa da sfondo al parlato di Reed che è l’imprecazione di un amante tradito dal Drago, Lulu.
Junior Dad è il brano più poetico di Lulu. Lou Reed è uno dei più grandi poeti che la storia del rock possa vantare e questa è la sua ultima grande poesia. La storia esula da quella di Lulu, Lou Reed immagina il padre che sta morendo. La morte del padre fa paura e gli fa capire che nessuno potrà più soccorrerlo in caso di bisogno, “verresti in mio soccorso?, mi trarresti in salvo?”
Immagina quindi, e qui sta la grande poesia, di invecchiare sino a raggiungere l’età del padre per incontrarsi come coetanei, superando quindi quella difficoltà di comunicare causata dalle differenze di età. Alla fine i due si guardano e capiscono, guardando il proprio corpo invecchiato, di essere accomunati da un destino comune, la morte. “Il sogno è finito, è questa la delusione più grande”
Direi che questo è il vero testamento di Lou Reed. Il finale ambient è bellissimo e commovente.
Lulu è un esperimento coraggioso e per quanto non perfetto credo debba essere giudicato positivamente. Il tempo gli darà ragione.