
Lino Capra Vaccina | Antico Adagio (1978)
I suoni dei primi uomini, l'alba della musica. Un capolavoro sconosciuto che dovrebbe essere un orgoglio italiano.
E’ davvero sorprendente scoprire come, nella grande discografia della musica sperimentale italiana, ci siano album tanto fondamentali quanto sconosciuti. Ho avuto la fortuna di incontrare Lino Capra Vaccina pochi mesi fa a Milano, durante una delle presentazioni di Solchi Sperimentali. E’ stato proprio l’autore Antonello Cresti a presentarmelo; all’inizio non avevo capito bene con chi stessi parlando, poi ho capito di trovarmi di fronte uno dei membri dello storico gruppo italiano Aktuala. Lino mi appare subito una persona gentile e alla mano e mi dice, con comprensibile orgoglio, che a breve sarà ristampato, grazie all’etichetta Die Schachtel, il suo album solista Antico Adagio, album trattato ampiamente su Solchi Sperimentali, ma di cui io ignoro l’esistenza. Terminata la presentazione, la prima cosa che faccio tornando a casa è quella di cercare di acquistare on line una vecchia edizione di Antico Adagio; niente da fare, introvabile, non esiste alcun tipo di circuito su cui è possibile ascoltare l’album, per quanto cerchi dappertutto non trovo alcuna soluzione. Nelle settimane successive non cambia nulla, neanche tra i cd usati di ebay si trova qualcosa; sembra incredibile, ma un capolavoro della musica italiana è introvabile proprio in Italia. Non mi resta che attendere la pubblicazione della ristampa per avere l’album tra le mani.
Lino Capra Vaccina è uno dei protagonisti principali di quella stagione musicale italiana di cui hanno fatto parte il giovane Franco Battiato, Juri Camisasca, Walter Maioli, Claudio Rocchi. Questo gruppo di musicisti ha rappresentato l’anima più pionieristica e radicale degli anni settanta italiani. La World Music degli Aktuala, gli studi sulla musica preistorica di Walter Maioli, le sperimentazioni di Battiato o di Rocchi, le ricerche vocali di Juri Camisasca o i live d’avanguardia del Telaio Magnetico sono una nobile pagina del nostro Paese che meriterebbe ben altra considerazione. Ebbene, Lino Capra Vaccina, ha fatto parte integrante di questa scena, avendo fatto parte degli Aktuala, Telaio Magnetico e avendo collaborato attivamente in vari album solisti di Camisasca, Battiato e Maioli. Proveniente da studi classici, percussionista eccezionale, Lino Vaccina crea nel 1978 un album solista sorprendente, in quanto capace di miscelare le sue precedenti esperienze (Aktuala, Telaio Magnetico), la controcultura dei Third Ear Band, la musica minimalista sia di Steve Reich che di Terry Riley, l’influenza della musica indiana, riuscendo però a creare un linguaggio musicale unico e riconoscibile che va oltre i suoi percorsi di origine. E’ la musica dei primi uomini, delle nostre origini; suoni che possono esprimere sia gioia che paura, sentimenti innati sia nell’uomo moderno, sia nell’uomo non ancora capace di una comunicazione scritta. Cresti la descrive addirittura come musica “pre-umana”, in quanto musica che sembra nascere dal cosmo, come fosse sempre esistita, “mai nata”, innata nell’Universo stesso. Lino Vaccina suona tutte le percussioni, vibrafono, marimba, tablas, lamiere, gong, darabouka, campane; a questi si aggiungono l’oboe di Roberto Mazza, il violino di Mario Garuti e la voce di Juri Camisasca.
Capolavoro nel capolavoro è il brano che da il titolo all’album, Antico Adagio, minimalismo percussivo arricchito da violino e oboe. Le ripetizioni ossessive danno un clima di pace e serenità che rappresentano l’anima più spirituale dell’album; l’ecologia sonora tanto ricercata da Lino Vaccina è raggiunta. Tutt’altra atmosfera nella cupa e tenebrosa Canti delle Sfere, dove i gong dominano e creano un sottofondo “nero” e inquietante. Elegia termina con i vocalizzi di Camisasca, mentre Voce in Xy ricorda più di tutti il minimalismo di Steve Reich. Gli altri brani, nella ristampa se ne trovano quattro non presenti nell’edizione originale, fanno di Lino Vaccina uno dei più pionieristici musicisti italiani d’avanguardia. Musica viva, fatta di colori e sensazioni, spirituale, religiosa dove la religione è la natura stessa, l’uomo e il cosmo che lo ospita.