
Library Tapes | Höstluft (2007)
Dopo i primi due album elettronici, cupi e pessimisti, il piano diventa il protagonista assoluto portando piccoli squarci di luce.
I Library Tapes nascono in Svezia nel 2004 dall’incontro di due musicisti, David Wenngren e Per Jardsell. I due registrano i loro primi due album Alone In The Bright Lights Of A Shattered Life (2005) e Feelings For Something Lost (2006) proponendo una musica ambient con atmosfere cupe e sovrapposizioni di musica elettronica con pianoforte minimalista. Nei primi album è presente un’elettronica di sottofondo che cresce sempre più sino a prevaricare il pianoforte, come se questa volesse eliminarlo, soppiantarlo, una sorta di allegoria della vittoria della morte sulla vita, del rumore sulla melodia, dell’oscurità sulla luce.
Ecco cosa dice David su questa fusione di piano ed elettronica:” Credo che l’unione di elementi diversi possa produrre risultati davvero interessanti. È fondamentale sperimentare nuove cose e cercare di allargare i propri orizzonti”.
Höstluft (2007) è, invece, un album diverso. Per Jardsell è andato via e David Wenngren abbandona parzialmente il pessimismo, chiaramente udibile agli esordi, per un disco che potrebbe quasi definirsi di solo piano se non fosse per i minimi sottofondi elettronici presenti in tutti i brani. Qui i sottofondi restano sempre tali, non sono mai invadenti, non soppiantano mai lo strumento protagonista (il pianoforte). Si odono i fruscii di un vecchio vinile, treni in arrivo in stazione, pioggia che batte sui vetri, lievi rumori elettronici, venti eterei, sfregamenti metallici. L’atmosfera è triste ma non angosciante come nei precedenti album, sembra descrivere un paesaggio autunnale. Questa sensazione appare già dai colori della copertina. Messo da parte il bianco e nero, qui si propone un albero spoglio, un paesaggio autunnale triste e povero, un cielo di un arancio innaturale, un sole spento che non riesce a dare colore e vita. Infine un lampione, l’unico artefatto umano, abbandonato, isolato, simbolo di uomo incapace di incidere significativamente su una natura desolata.
Sono chiari i riferimenti ai maestri del minimalismo, alla musica classica (il genere è da alcuni definito modern classical), a Brian Eno, Erik Satie, John Cage, ai suoi contemporanei Sylvain Chauveau, Max Richter ed altri.
In Höstluft si alternano brani maggiormente tenebrosi, plumbei ad altri più sereni e rilassanti, come se si continuasse in altro modo lo scontro dei primi album tra luce e oscurità, vita e morte. La freddezza, tipicamente svedese, dell’autore, la descrizione di quei paesaggi gelidi e desolati, paradossalmente, non potrà che scaldarvi il cuore.
Tracklist
01 Mörker Genom Tomrum
02 Skiss Av Träd
03 Noslipós
04 Repor
05 Dis/Dagg/Dimma
06 Mellan Ljud Och Text
07 Skiss Av Löv
08 Pjotr
09 Höstluft
10 Ensamhet
11 Distans