
Jana Draka | Where the Journey Begins (2020)
Generalmente non esprimiamo mai giudizi, ma stavolta vogliamo spingerci un po' più in là perché qui siamo in presenza di un grande disco.
Dopo l’autoproduzione dell’esordio degli Jana Draka, band nostrana che il rock lo ha nel sangue, nel 2019 arriva il momento di esordire nel mercato discografico con un disco che dire favoloso è poco. Le sonorità sono quelle di un rock infarcito di prog al punto giusto, oserei dire misurato e calibrato, che lo rendono unico. Where The Journey Begins pubblicato nel dicembre dello scorso anno riceve subito lodevoli apprezzamenti soprattutto negli ambienti più vicini al metal tanto da dargli lusinghieri voti nelle svariate recensioni. Inoltre gli Jana Draka nel mese di marzo di quest’anno vengono selezionati anche come finalisti al 2Days Prog + 1 Festival, giungendo al secondo posto, e ciò non solo perché ampiamente meritato ma anche grazie alle sonorità contenute in questo esordio da mille e una notte. Where The Journey Begins si apre con la bellissima Overture
un preludio quasi giocoso a quanto avverrà dopo con un bel passaggio di pianoforte che è un vero piacere ascoltare perché non tenta di emulare – come avviene in altri casi e luoghi- grossi nomi spingendosi in un’armonia da sogno. Con Coming Home
la band passa ad un sound sicuramente più prog ma che si mantiene su linee morbide ed armoniche quasi da suite anche se tale non è. Belli i passaggi di chitarra elettrica che insieme alla voce recitano in primo piano dando al pezzo energia e vigore prima di ritornare a ricamare vellutati passaggi musicali. Con Salem
si passa ad un rock che viaggia su linee un po’ più campionate che rivisita il classico r’n’r con la voce di Valentina D’Angelo che trasporta verso piacevoli e romantiche melodie. Poi d’un tratto si avvertono suoni jazzati con The Outsider la cui apertura è affidata al bel pianoforte ascoltato in apertura del disco che continua ad avere una forte presenza nell’intero sound dei Jana Draka. Poi giunge la prima delle due suite, quella A Germ’s Last Moment divisa in due parti
seguita da Carcosa che mantiene una verve tenebrosa ma allo stesso tempo accattivante
Quando giunge il momento di Limbo
suddiviso in tre parti o movimenti si scopre la vera sensibilità della musica che gli Jana Draka propongono in questo loro fantastico disco d’esordio dal quale hanno già estratto i singoli Salem e Daydream. Il disco si chiude con uno splendido Notturno che per sonorità e composizione al pianoforte sembra si agganci all’ Overture ascoltata in apertura. Generalmente non esprimiamo mai giudizi, ma stavolta vogliamo spingerci un po’ più in là perché qui siamo in presenza di un grande disco.