
Godspeed You! Black Emperor | F#A#infinity (1998)
L'esordio di uno dei gruppi più originali e anticonformisti degli anni novanta
“Siamo intrappolati nel ventre di questa macchina orribile, e la macchina sta sanguinando a morte. La macchina è in fiamme e non c’è nessuno al volante, dalle fogne emergono mille suicidi solitari, un vento nero soffia. Il governo è corrotto, e noi usiamo così tanti farmaci, con la radio accesa e le tende tirate”. Con questo oscuro incipit, poco più di quindici anni fa, esordivano uno dei gruppi più originali, anticonformisti ed antigovernativi (furono arrestati nel 2003 con la falsa accusa di terrorismo) degli anni novanta.
Mettete insieme l’elettronica dei Cluster, l’ambient isolazionista, il post-rock dei Labradford, qualcosa dei primi Pink Floyd, le imponenti sinfonie di Branca, tanta glaciale e oscura follia e il suono che ne uscirà sarà molto vicino a quello di questo stranissimo gruppo di musicisti che si fanno chiamare Godspeed You! Black Emperor. Dare delle etichette a questo progetto è tanto difficoltoso quanto inutile, ma se parliamo di post-rock allora qui siamo ai vertici del post-rock. Sono gruppi unici, che esulano totalmente da ogni logica delle case discografiche, proprio per questo a noi piacciono e cerchiamo di diffonderli nel modo maggiore possibile. Musica così non dovrebbe esistere, eppure esiste ed ha anche una certa influenza nel rock sperimentale dei nostri anni.
Le caratteristiche sono la presenza di brani lunghi, violini, violoncelli, un certo legame alla musica tradizionale ed orchestrale ma rivista con inserimenti elettronici, canto inesistente se si eccettuano le poche voci sparse nel vuoto, atmosfere lugubri ma contrassegnate da improvvise accelerazioni che portano a crescendi vertiginosi degni di un lungo trip psichedelico alla Amon Duul (East Hastings). The Dead Flag Blues evolve lentamente verso una morbida ballata desert-rock mentre Providence è una lunga (ventinove minuti) cavalcata che contiene varie idee post-rock con intermezzi a tratti floydiani, a tratti orchestrali o elettronici. Buon esordio per i Godspeed You! Black Emperor che negli anni successivi non deluderanno con altri album di ottimo valore che segneranno la scena post-rock.
L’album fa parte della colonna sonora del film di fantascienza del regista Danny Boyle, 28 Giorni Dopo.