
Glenn Branca | The Ascension (1981)
L'avanguardia irrompe nel rock, il minimalismo diventa massimalismo.
Pochi, forse pochissimi, sono i musicisti a cui può essere concesso l’appellativo di genio. In questa ristrettissima lista, non per una mia bizzarra opinione o per meri gusti personali, il nome di Glenn Branca non dovrebbe certamente mancare. Branca ha dimostrato di esserlo nell’arco di tantissimi anni dove è riuscito a creare un connubio perfetto tra la la musica di accademia (l’avanguardia) e la musica rock, dal punk rock al rock sinfonico. Inizia la sua carriera artistica nel teatro per poi studiare musica negli ambienti dell’avanguardia newyorkese degli anni settanta. I suoi studi vengono dall’accademia, in particolare il minimalismo, i droni e le ripetizioni alla La Monte Young, ma la sua passione per il rock, per il punk, per la new-wave, sono costanti. Appassionato alla chitarra elettrica, conosce tra gli altri Lee Ranaldo, giovane chitarrista che dopo aver fatto scuola con Branca formerà, grazie alla sua influenza, uno dei gruppi più importanti degli anni ottanta, i Sonic Youth.
La musica di Branca viene direttamente dal minimalismo, i criteri di La Monte Young e Terry Riley sono quasi sempre rispettati (le lunghissime note di Young o le ripetizioni di Riley o di Reich) ma vengono dotati di una potenza ed energia che va molto oltre le classiche opere minimaliste. Innanzitutto le formazioni di Branca sono molto più simili a quelle di un gruppo punk che ad un ensemble minimalista. Riesce a suonare musica d’avanguardia con chitarre elettriche, basso, batteria e nient’altro. Da questo punto di vista non crea solo il massimalismo ma getta anche le basi per il futuro post-rock. Questo differenzia Branca da tutti gli altri musicisti che avevano già unito avanguardia e musica rock, ad esempio Frank Zappa con The Chrome of Megaphone Destiny, i Red Crayola con Parable of Arable Land o anche Terry Riley con A Rainbow in Curved Air, ma gli esempi potrebbero essere molti di più. E’ come se Branca riempisse gli spazi del minimalismo e lo superasse con note di inusitata potenza, creando sinfonie, a metà tra musica e rumore, di rara energia. Facendo ciò trasforma il minimalismo in massimalismo e crea un movimento d’avanguardia di enorme influenza. Vorrei citare solo due dei tanti esempi che si potrebbero fare, i Sonic Youth, gruppo noise rock la cui genesi viene direttamente dalle lezioni di Branca, ma se andiamo ai nostri giorni, cosa sono gli Swans degli ultimi anni se non una versione potenziata del massimalismo? Branca continuerà negli anni questa strada creando una decina di sinfonie per chitarre elettriche che mostrano, nessuna esclusa, la sua grandezza.
Nei cinque brani dell’album si passa da brani con accenti più minimalisti, ad altri più rock fino alla title track, vero manifesto della nuova musica di Branca.
The Spectacular Commodity è il brano più rock dell’album, le chitarre creano una prima parte dal clima orrorifico che si scioglie successivamente in un finale più rassicurante. Con i suoi cambi di ritmo, la sua percussività, le chitarre che suonano ciascuna un’ottava diversa Branca crea una vera perla del rock sperimentale.
La breve Structure è un vero gioiello della musica di Branca. Dentro ci sono sintetizzate tutte le sue idee, ripetizioni minimaliste e potenza estrema.
Light Field (In Consonance) segue in modo più rigido la strada del minimalismo classico. Le ripetizioni ossessive, seguite da piccoli cambiamenti, ci accompagnano fino alla fine del brano.
Ma il vero manifesto dell’album è la monumentale ed estremamente ambiziosa The Ascension che mostra tutti gli ingredienti della musica massimalista. L’atmosfera iniziale è quasi da apocalisse, i muri di suono rimandano al moderno rock ma anche ad antichi orrori dalle sembianze Lovecraftiane. Il senso di paura e orrore creato dalle quattro chitarre non ha tregua e continua anche dopo l’ingresso della batteria. L’apocalisse termina nel caos assoluto del convulso finale. Un capolavoro imperdibile.