
Frank Zappa | Lumpy Gravy (1968)
Il primo collage di pura avanguardia zappiana, sprazzi di buone idee dispersi in interminabili gag surreali
Terminata la trilogia freak (Freak Out!, Absolutely Free, We’re only in it for the money) Frank Zappa ha l’opportunità di realizzare un suo sogno. Dirigere una vera e propria orchestra composta da circa cinquanta musicisti. E’ una grande occasione ed una sua grande ambizione, dimostrare di non essere un musicista come altri bensì un vero e proprio compositore moderno capace di miscelare gran parte della musica degli ultimi cinquant’anni creando qualcosa di nuovo, una musica che possa definirsi totale. La scelta dei membri dell’orchestra non va nella direzione di esperti musicisti classici ma, messe momentaneamente da parte le Mothers (che comunque partecipano), si rivolge verso una serie di musicisti jazz e rock. L’orchestra viene ribattezzata “Abnuceals Emuukha Electric Symphony Orchestra & Chorus”.
Nonostante le differenze con la precedente trilogia siano palesi non mancano le similitudini. Zappa continua, pur con gli abiti del direttore d’orchestra, le sue gag parodistiche e surreali, il suo tono irriverente e sarcastico. Se la trilogia era riuscita a creare uno straordinario mix dei suoi due grandi amori, la musica che ascoltava avidamente fin dalla giovanissima età, l’avanguardia di Edgard Varese, John Cage o perfino Igor Stravinskij e il Rhythm and Blues di Slim Harpo e di Lightnin’ Slim o il Doo Wop dei vari gruppi vocali, qui invece c’è una chiara svolta verso l’avanguardia. Le parti vocali scompaiono e vengono sostituite da dialoghi interminabili che spezzettano le parti musicali. Sembra che Zappa con Lumpy Gravy e con il successivo omaggio al Doo Wop (il deludente Ruben And The Jets) abbia voluto scindere le sue due passioni.
Lumpy Gravy è in pratica una lunga serie di idee e di intuizioni che vengono tagliate e cucite tra loro. Le parti musicali sono interessanti ma spesso rimangono incompiute, pronte per un ulteriore approfondimento che in parte troveremo nel bellissimo e più maturo album successivo, Uncle Meat, in parte vengono lasciate lì, in dono ad un ipotetico futuro musicista che possa riprenderle e proseguire su quella strada (chissà se questo musicista esisterà mai). L’album ha solo due brani di quindici minuti, collage di svariati e brevissimi altri brani. Il primo è uno splendido collage d’avanguardia, il secondo è invece inferiore e rappresenta bene tutti i limiti di questa nuova svolta di Zappa. I limiti di Lumpy Gravy stanno negli interminabili dialoghi, a volte quasi irritanti, e nella eccessiva frammentarietà che fa perdere forza ed efficacia alle parti strumentali. La musica sembra quasi disperdersi all’interno di risatine, gag, rumori di bambini e quant’altro. Questo si nota in particolare nel secondo brano dove, nonostante i quindici minuti, le parti degne di interesse non superano i sei-sette minuti. Da questo punto di vista Lumpy Gravy può considerarsi un occasione mancata.
Interessantissimo il primo brano che probabilmente sarebbe piaciuto ad Edgar Varese, morto appena due anni prima. Dopo un inizio molto dinamico con andamento western si arriva a vari spezzoni di jazz, avanguardia e rock che sono il lascito migliore dell’album. Zappa, per quanto l’utilizzo dell’orchestra sia solo parziale, si mostra un musicista e compositore di alto livello, il mix di genio e follia che tanto amiamo. In un’intervista di vari anni dopo Zappa definirà questo brano uno dei preferiti della sua carriera. Certamente è uno dei collage più riusciti.
Nel secondo brano, come già detto, la musica si disperde e quasi scompare. Non del tutto in effetti, ci sono interessanti spunti di archi, fiati, chitarre e momenti di avanguardia (dopo il quarto minuto) ma sono appunto troppo divisi da dialoghi surreali e perdono di incisività.
Il finale riprende in modo molto riuscito e divertente Take Your Clothes Off When You Dance dell’album precedente.
Lumpy Gravy rappresenta un’evoluzione nella carriera di Zappa, una svolta tra il suo periodo freak destinato ormai a terminare e il nuovo Zappa che stava nascendo, il genio di Uncle Meat, Hot Rats, Burnt Weeny Sandwich, ecc. Da questo punto di vista resta un disco fondamentale nella sua carriera, una tappa intermedia ma obbligata. Mancavano pochi mesi, Uncle Meat era quasi pronto…