
Franck Carducci | Torn Apart (2015)
Franck Carducci ritorna con l’album “Torn apart” con il contributo di Steve Hackett
Dopo alcuni anni di assenza dalla scena discografica, Franck Carducci ritorna con l’album Torn apart che mantiene largamente le promesse lasciate in sospeso con la sua prima opera, del 2010, “Oddity”. Eclettico polistrumentista di formazione progressive dalle grandi capacità tecniche riesce in questo disco a far emergere in maniera più netta la sua personalità compositiva e, sebbene l’album sia autoprodotto, la qualità della scena sonora creata è ben strutturata e fantasiosa. Bella anche la copertina di Casoli e Corinne Vignal, creativa e di sapore fumettistico, ricca di dettagli e foto e da cui apprendiamo l’elenco molto ricco delle persone che hanno partecipato al lavoro: Christophe Obadia, chitarra, Oliver Castan, Hammond, Mathieu Spaeter, chitarra, Laurent Falso, batteria, Richard Vecchi, sintetizzatori, Roy Van Oost, flauto, la vocalist Mary Reynaud, Michael Strobel, anch’egli alla chitarra ed infine un gigantesco Steve Hackett.
Nove canzoni che cominciano dal brano che dà il titolo all’album Torn Apart, quasi una suite di dieci minuti di sonorità forti, vibranti di organo e chitarra elettrica che si esprime molto bene negli assolo che ricamano il brano. Il progressive salta fuori più nitido in Closer To Irreversible che fa pensare ai Pendragon, e dove s’innalza limpida la chitarra di Steve Hackett; un buon dominio degli effetti ed un ottima voce completano il brano. Si inciampa, poi, nel crescendo di emozioni di Journey Throught The Mind, new-progressive anni ’80, con i Marillion che fischiano nelle orecchie. Sfilano in rapida successione Artificial Love, con Mathieu Spaeter in un buon solo, per arrivare alla suite molto bella A Brief Tale Of Time, un progressive umorale e con ricchi sapori d’epoca. Girlfriend For A Day ci sfugge quasi di mano e ne tratteniamo solo il calore compositivo, mentre arriva Mr Hyde & Dr Jekyll, un bel rock “tosto” con qualche pepita blues sulla sua superficie. Un’altra suite (quattordici minuti) Artificial Paradise, quasi un omaggio ai Genesis ed il disco si chiude con la bonus track School, cover del brano Crime Of The Century dei Supertramp e di questo artista ci rimane la profonda impressione di un grande carattere ma soprattutto di una grande preparazione critica nella gestione del materiale storico e un talento notevole nella miscela musicale “stampata” sul disco.