
Daevid Allen | N'existe Pas! (1979)
Il capolavoro di Daevid Allen: 'Arte come specchio'
Di fronte alle scarse notizie intorno a N’existe Pas!, composto in un periodo travagliato dell’esistenza di Daevid Allen, segnato dalla separazione dalla compagna Gilli Smyth e dalla ricaduta nell’assunzione di alcol, ho raccolto le poche informazioni disponibili e tentato un approccio differente alla recensione che guardi più a ciò che si nasconde dietro questo misterioso e pregevole disco. L’ascolto sarebbe, a mio parere, quantomeno, difficile senza conoscere un minimo dell’esperienza personale di Allen e della concezione su cui si regge questo lavoro.
In risposta a una domanda su N’existe Pas!, posta da Jaime Gozalo, Allen risponde che la sua esperienza fin quel punto, a partire dai Gong fino a Now Is The Happiest Time Of Your Life (da notare che non è stata citata l’esperienza con i Planet Gong, a differenziare sforzi collettivi e individuali), è stata ‘Art as transformer‘, cioè una concezione dell’arte come strumento di crescita personale; il nuovo album mostra invece un’altra faccia, ‘Art as mirror‘, arte come specchio indagatore dell’anima [trovate l’intera intervista sul sito www.planetgong.co.uk]. N’existe Pas! è infatti un album teso e sofferto ma non per questo privo di slanci ottimistici (la bluegrass Something Tells Me e la strumentale Theme From Hashish to Ashes dal sapore irlandese), variegato, impregnato di free-jazz. Di fondamentale importanza è per questo il contributo del sassofonista George Bishop, poco conosciuto ma valido percorritore degli spazi musicali dell’australiano. Lo ascoltiamo infatti a partire da The Freedom of the City in a Suitable Box: quello che potrebbe sembrare un disarticolato brano free-jazz nasconde in realtà un’architettura basata sul contrasto tra due diverse time signatures: una in 22 (quando i fiati cominciano a scambiarsi risposte in battere e levare) e l’altra in 7. La medesima struttura viene riproposta più avanti, in Because Bar-Room Philosophers. 22/7 è l’approssimazione del π e questa “proporzione parallela” è lo scopo cui tende il Mandala dei Gong [queste informazioni sono state pubblicate sul sito di Luc Pilmeyer, stretto collabotore grafico di Allen, e fornitemi da Gianmaria Rizzardi, gestore del sito Not Just Another Gong Website].
Oltre al già citato Bishop, che è a tutti gli effetti il co-protagonista dell’album, fa notare la sua presenza Chris Cutler alle percussioni (They Say They Say). Non mancano inoltre le incursioni acustiche, stavolta cupe (Now Is The Happiest Time Of Your Life di due anni precedente sembra già un’esperienza molto lontana), in particolare It’s a Fine Air For Fliss con un delicato clarinetto.
La riflessione centrale di N’existe Pas! verte sulla ricerca di Dio (‘Does God exist?‘), già annunciata nella mesta No Other Than The Mother Is My Song, che tratta anche dell’ascolismo, e amplificata in Non God Will Not Go On Or The Wrong Way To Be Right, che vede Allen intento per la prima volta dopo molto tempo proporsi in assoli, conscio finalmente del suo linguaggio chitarristico, non tecnicamente eccelso ma capace di riflettere il suo stato d’animo in questo caso ansioso di trovare una risposta. Ben tre canali sono dedicati all’accumulo di chitarre glissando (notevoli anche in 333). Bishop accompagna facendo “urlare” il sassofono, che impazzisce nella chiusa. C’è un inquietante aneddoto raccontato dallo stesso Allen, riguardante il grido finale (“Life!“), tratto ancora dal sito di Luc Pilmeyer: “Verso mezzanotte mentre stavo registrando la voce per Non God Will Not Go On un mio amico e artista locale che era arrabbiato con me, scavalcò il muro che dava sul balcone e si fiondò alla porta dello studio. Mi voleva uccidere ma io semplicemente lo misi a sedere, gli piazzai un microfono davanti e lui urlò: LIFE! Si può ascoltare questa voce alla fine della traccia”.
N’existe Pas! è stato pubblicato dalla Charly Records nel 1979.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=Mbi_VY1_KZ0]
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=kxTa-SG8p_Q]
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=6NIHMd_gCeA]
Formazione: Daevid Allen – chitarre e voce; George Bishop – sassofono e clarinetto; Chris Cutler – percussioni; Pepsi Milan – chitarra acustica; Angel Aduana – banjo; Ronald Walten – flauti in plastica; Brain Damage, Ronald e Rodney Dust – batteria.