
Biglietto per l'Inferno | Biglietto per l'Inferno (1974)
"Il" disco hard prog italiano per eccellenza.
“In qualche modo quella del disco è la mia storia, quella di un uomo in cerca di Dio“. Così Claudio Canali, storico cantante e flautista dei Biglietto per l’Inferno, oggi monaco presso il convento di Minucciano, ricorda gli anni della sua gioventù, quelli della sua prima vita, la vita da musicista.
I Biglietto per l’Inferno, nati a Lecco nel 1973 dalla fusione dei Mako Sharks (Marco Mainetti, Giuseppe Cossa, fausto Branchini) e dei Gee (Claudio canali, Baffo Banfi, Mauro Gnecchi), cominciano a farsi notare in numerosi live grazie ad un suono molto duro e tagliente, a testi molto diretti e provocatori, ed alla inusuale presenza di due tastiere. Esordiscono nel 1974 col loro primo e migliore album omonimo. La loro carriera è fulminea, il successo tanto immediato quanto di breve durata. Giovanissimi riescono a pubblicare un album, l’esordio omonimo, che oggi è giustamente considerato un classico del prog italiano, un vero e proprio oggetto di culto per gli appassionati. Riescono anche a partecipare ad alcuni dei principali festival dell’epoca, da Villa Pamphili a Roma, al Parco Lambro a Milano. Erano anni belli e tremendi allo stesso tempo, ricorda Canali. Suonano anche come gruppo di supporto a Kevin Ayers, a Lugano nel 1975.
La cosa che colpisce di più dell’album, a parte la musica, è il fatto di trovarci di fronte ad una sorta di seduta di psicologia. I testi mostrano un chiaro conflitto interiore del cantante Claudio Canali che termina queste sue tribolazioni decidendo di diventare monaco. La cosa, in effetti, non stupisce affatto. Canali ha proprio ragione, questo disco è la sua storia, la storia della sua vita. I suoi testi non parlano di terze persone, parlano dei suoi dubbi, delle sue conflittualità, anche delle sue contraddizioni. Le sue sono le idee controverse di un ragazzo che ha avuto un’educazione cattolica, che sta attraversando una fase di contestazione, di delusione o anche di negazione, ma che vorrebbe avere la forza di tornare sui suoi passi. Questo appare chiarissimo nel primo brano Ansia, dove c’è già tutta la psicologia di Canali.
E la mia vita triste e infame, passata a uccidere e rubare,
Ritorna ogni notte col terrore di non trovare chi mi possa salvare.
Un amico ha parlato di preti; mai visti! Chi sono? Che fanno?
Ciarlatani mercanti o profeti, ma tolgono questo mio affanno.
I suoni sono abbastanza tipici del progressive di quegli anni, molto interessante la doppia tastiera. La vita da musicista rock non si addice a Canali, sensi di colpa lo attanagliano, c’è bisogno di qualcuno che possa salvarlo perchè da solo non può farcela, solo la religione può eliminare quest’ansia che lo perseguita.
Il brano successivo è il loro più famoso, Confessione. Canali continua con la sua introspezione psicologica ed interpreta a fasi alterne il confessato ed il confessore. L’alter ego di Canali confessa orribili peccati, ma dice di averli commessi a fin di bene, per un bene superiore.
La voce del cantante qui è davvero coinvolgente, direi memorabili i testi quando il prete dice: “Cosa dici fratello, tu hai ammazzato.
Nel quinto ricorda ti è stato proibito.
Non posso salvarti dal fuoco eterno
hai solo un biglietto per l’inferno.”
Il lungo finale strumentale è forse il vertice dei Biglietto per l’Inferno.
Con Una Strana Regina, si continua con la falsa riga dei testi precedenti.
So solo ammazzare io, so solo rubare io, altro non so fare io, insegnami tu. Ancora Canali si sente inadatto, poco meritevole e cerca aiuto.
Caro amico che uccidi e rubi sei come me, e forse, senza sapere, in questa vita l’hai vinta tu, e spera che il nostro Dio dall’aldilà veda e perdoni la nostra empietà. Il brano è caratterizzato da cambi di tempo continui, atmosfere a volte morbide, a volte estremamente distorte.
Il Nevare è meno interessante e più convenzionale, un brano hard rock senza particolari sorprese.
Si torna ad alti livelli col brano più lungo (tredici minuti) e più sperimentale, L’Amico Suicida. Viene descritto il vero suicidio di un amico di Canali durante il militare. I testi sono tristi e commoventi, le atmosfere funeree. L’amico suicida è un amico sfortunato non compreso dalla società. Non solo la società non lo ha mai aiutato, ora addirittura lo condanna e facendo ciò lo uccide per la seconda volta.
Tu mi hai chiesto di non piangere; era l’ultimo favore
Anche questo ti è negato, caro amico sfortunato
E il mondo ti condanna e ne parla disgustato,
Questo sporco mondo idiota proprio lui che t’ha creato.
Anche qui complessità, cambi di tempo, tecnica e poesia.
I Biglietto per l’Inferno sono un caso unico del progressive italiano, intanto perchè a differenza di quasi tutti gli altri gruppi posso definirsi di hard-prog ma sopratutto per i testi estremamente personali di Canali. Anche la copertina ad apriscatole che si apre mostrando Canali che piega un microfono è una delle più orginali di quegli anni in Italia. In questi video vediamo Canali nel 2010 che fa visita ai suoi ex compagni.