
Ben Frost | Steel Wound (2003)
L'album cosmico dell'australiano Ben Frost
Nato nel 1980 a Melbourne (Australia) ma islandese di adozione, Ben Frost è uno dei più interessanti e innovativi tra i giovani compositori della nuova generazione dell’elettronica di ricerca contemporanea. La sua prolifica carriera inizia in sordina con il semi-clandestino Music For Sad Children (2001) e prosegue nel 2002 col progetto – a nome School Of Emotional Engineering – insieme al bassista Daniel Rejmer, il chitarrista Andy Hazel, il violinista Russell Fawkus e il batterista Jova Albers.

Ben Frost
Ma il vero Lp che innalza Frost a uno dei principali giovani compositori elettronici contemporanei è Steel Wound (2003), sorprendente viaggio cosmico che ricorda i fasti dei pionieri della kosmische musik tedesca arricchito di manipolazioni di chitarra che uniscono la sonorità dilatate di Schulze ai trip psichedelici degli Ash Ra Tempel, ottenendo un risultato che riesce a passare dal lugubre degli impenetrabili droni di “Swarm” e “I Lay My Ear To Furious Latin” per librarsi nelle note di chitarra dei maestosi dieci minuti di “You Me And The End Of Everything”, un’imponente sinfonia cosmica allo stesso tempo potente e lisergica, che resta uno dei punti più ispirati della sua discografia.
L’uso della chitarra diventa sempre più massiccio in “Last Exit To Brooklyn” e in “And I Watched You Breathe”, entrambe in perenne conflitto tra ambient e distorsioni di chitarre manipolate che tracciano una strada comune tra mondi diversi (ambient e noise-rock). La title track è invece un drone schulziano, lugubre e claustrofobico che incede fino a un finale che porta la tensione ai limiti.
L’articolo è una sintesi della monografia di Ondarock.