
Ash Ra Tempel | Starring Rosi (1973)
Un addio alle lunghe suite con un album comunque affascinante
Siamo alla fine del 1973 e Gottsching si reca in studio di registrazione a realizzare il canto del cigno degli Ash Ra Tempel, l’album Starring Rosi, che vedrà però una sostanziale ridefinizione dei componenti della band originale, dopo l’uscita di Schulze ed Enke, con Harald Grosskopf alla batteria e Dieter Dierks al basso e percussioni. Per forza di cose la struttura delle composizioni cambia notevolmente rispetto al passato, con brani che vanno da un minimo di due minuti a un massimo di quasi nove. La scomparsa dunque delle lunghe suite, la presenza di nuovi strumentisti e l’apparente cambio di direzione, contribuirono a lasciare un po’ l’amaro in bocca a tutti i fans storici della band, sorpresi di questa scelta. In realtà Starring Rosi, che vede ovviamente la presenza della compagna di Gottsching in primo piano, è un insieme di ottimi brani, perfettamente confezionati ed eseguiti. Se infatti si sorvola sulla durata “standard” di ogni pezzo, non possiamo oggettivamente che apprezzare composizioni originali e brillanti laddove la vellutata e sensuale voce di Müller si compenetra perfettamente con la suggestiva chitarra di Gottsching, assistendo a un lavoro complessivamente meno impegnativo dei precedenti (data l’assenza di Schulze) ma in fondo non meno affascinante.
Tutti gli elementi che hanno reso unica la musica della band persistono inequivocabilmente, soprattutto in brani come la spaziale “Schizo”, la variegata “Interplay of forces” e l’incantata “The Fairy Dance” dalle atmosfere fantasy. Ancora una volta gli Ash Ra Tempel pervennero a una evocativa e inquietante sintesi di due mondi culturali, quello hippie californiano e quello post-espressionista, all’interno di quella che ormai sarà nota come Kosmische Musik.